Urlato, abbracciato, sofferto, agognato, idealizzato, atteso, rinato.
Aggettivi che prendono forma e diventano manifestazioni d’Amore attraverso l’arte.
La Civica Galleria di Arte Contemporanea ospiterà dall’11 aprile al 10 maggio la mostra itinerante “T’AMO in progress”, curata dalla direzione artistica di Maria Bonaduce e Giovanni Morgese della galleria “ADSUM arte contemporanea”.
La parola “adsum” (nel significato di “adesione”) rende l’intento del progetto, attivo sin dal 2005: far emergere la creatività in tutte le sue forme attraverso il dialogo e la collaborazione tra gli artisti. Come sottolinea l’art director Maria Bonaduce: “Il tema dell’amore è un mezzo per unire gente diversa e per offrire un elemento di condivisione pacifica nel rispetto dell’individualismo artistico”.
L’ambientazione medievale del Torrione Angioino, la sapiente resa delle luci che mettono in risalto le opere e il sottofondo musicale in stile trobadorico combaciano con l’ideale di un sentimento puro, tipico dell’“Amore cortese”.
Le espressioni d’amore dei 108 artisti, però, non si fermano ad un amore unicamente rivolto ad una donna irraggiungibile.
Quello comunicato è un amore che trascende (dal latino trans – scandere, cioè “superare”, salire”).
Le opere, quasi tutte in formato di lettere d’amore, infatti, superano l’idea di un amore che si realizza unicamente come sentimento astratto e malinconico dei “trovatori” medievali ma testimoniano l’Amore in ogni sua forma. Le ripide scale del Torrione, inoltre, contribuiscono a rendere l’idea di una sofferta ma realizzata conquista d’amore.
Durante il vernissage, che si è svolto ieri, è intervenuto l’Assessore al marketing territoriale, Rocco Mangini che si è soffermato sul rebus del titolo della mostra: “Mi piace pensare a quell’amo come un’ancora di salvezza in un mondo dominato dalle immagini veloci della televisione e degli smartphone”.
A recuperare l’essenza dell’arte come spontanea ed istintiva espressione dell’animo e come bellezza catartica è stato l’artista Matteo Masiello:”In uno scenario apocalittico cos’è che ci salva, se non l’arte?”.