Cosa sta accadendo alla nostra
società oggi giorno? Cosa non sta funzionando e cosa possiamo fare per vivere
meglio?
Cito dei versi espressi
dall’antropologo e teosofo italiano Bernardino Del Boca che riprende una
metafora del maestro spirituale Gurdjieff paragonando la condizione umana ad
una carrozza trainata da cavalli:
“La carrozza è il corpo fisico
coi suoi bisogni biologici e la sua particolare struttura fisica; i cavalli
sono i nostri istinti e le nostre emozioni, i nostri sentimenti e i nostri
desideri (corpo astrale), che il guidatore della carrozza (corpo mentale, la
mente) deve saper controllare e guidare. Il padrone della carrozza è quella
parte essenziale dell’essere umano, chiamata Anima, che sta al di sopra del
corpo fisico e della mente, dei sentimenti e delle emozioni, che è cosciente
dei bisogni della carrozza, dei cavalli e del cocchiere, ma che è tanto al di
sopra di essi e indipendente che può anche abbandonarli, cioè l’Anima può
abbandonare temporaneamente il corpo per evadere oltre le dimensioni illusorie
dello spazio e del tempo. L’uomo di oggi, salvo poche eccezioni, non è ancora
giunto a lasciarsi guidare dal suo padrone, cioè dall’Anima, anzi molti
individui non sanno nemmeno di possederne una”.
Sento di ringraziare anche un
autore e grande insegnante Marco Massignan che cita questi concetti in una sua
opera.
Aver lasciato spazio alla mente,
che spesso mente, non solo al ruolo di guidatore ma anche di padrone della
carrozza ci fa vivere monchi della nostra Essenza. Ci cerchiamo, tramite gli
altri, ma non riusciamo ad incontrarci perché siamo rivolti all’esterno. Per
“tramite gli altri” intendo che chiediamo agli interlocutori cosa vedono di noi
e con le loro parole, tramite i loro sguardi ci identifichiamo nei mille
personaggi richiesti o giudicati…ma tutto questo, ahimè, non ci appartiene. Noi
siamo molto più di quel che crediamo di essere.
Ecco perché tanta ricerca e tanto
malessere, abbiamo bisogno di rivolgere lo sguardo dall’esterno all’interno, e
allentare la tensione che poniamo ogni volta che puntiamo il dito contro o
verso qualcuno o qualcosa, incluso noi stessi. Non sarà il giudizio a salvarci,
ma la comprensione, la presenza.
Correre è la scelta che il
consumismo ha deciso per tutti noi, così dalle frustrazioni compriamo ciò che
possa illusoriamente renderci felici (e per qualche minuto questo sembra
accadere, ma non è uno stato, è un attimo!) ed è a noi che resta sciogliere le
catene e spiccare il volo verso le proprie radici. E’ impegnativo, spesso
faticoso, ma ci sono tante opportunità e tante persone che hanno già iniziato a
farlo, ognuno con i propri tempi, ognuno nei propri spazi, per cui la strada è
spianata…
Grazie Mahatma Gandhi che ce lo
ricorda ogni giorno: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”
Inizia da te. Io ho iniziato…