Nel cinema si sa, il secondo film sarà sempre inferiore rispetto al primo, la maledizione della pellicola successiva pare abbia toccato anche 007. Laddove Skyfall toccava vette interessanti per quanto riguarda la psicologia del personaggio mostrando un James Bond tutt’altro che infallibile, questo Spectre risulta più in linea con i dettami del blockbuster che non manca però di punte d’autore, insomma una pellicola molto più convenzionale, ma non per questo assolutamente mediocre.
Spectre mette da parte il Bond tormentato, per raccontare una storia molto più asciutta in cui l’agente doppio zero dovrà sgominare l’organizzazione malvagia di turno spostandosi da un luogo all’altro del pianeta (tipo l’ultimo Mission Impossible: Rogue Nation). Al centro c’è ovviamente la famosa Spectre, una entità dotata di vari poteri subdoli, una sorta di stato canaglia o stato ombra che agisce nelle retrovie per influenzare il mondo.
Quello che più convince per certi tratti del film è il voler riappropriarsi dei vecchi cliché della saga e utilizzarli smaccatamente senza girarci attorno o fare flebili citazioni, una sorta di asse tra il passato e il presente che regala in certi frangenti dei momenti “yeah!” passatemi il termine.
Quello che proprio non convince è la struttura del film, che con alcuni guazzabugli finisce per incartarsi in alcuni momenti, soprattutto per quanto riguarda certi momenti e certi personaggi.
La Seydoux è stata molto convincente, ma il suo personaggio e il rapporto con Bond si sviluppa quasi casualmente e non incide come Bond Girl rispetto ad una Vesper Lynd. Christoph Waltz non è stato sfruttato come me l’aspettavo, inizialmente mi stava piacendo l’idea di farlo vedere poco, di farlo vedere sfocato e di farlo dunque apparire come una sorta di spettro, ma con il passare del tempo questa sensazione è scemata e soprattutto verso fine film gli danno alcune motivazioni non proprio entusiasmanti, idem per Andrew Scott (il James Moriarty di Sherlock) che poteva avere un ruolo importante soprattutto sfruttando la rivalità tra lui ed M interpretato da Ralph Fiennes.
Ma tolti i dubbi sulla storia e sullo script c’è da ammettere come sempre il grande lavoro tecnico di Sam Mendes. L’apertura a Città Del Messico con quei 5 minuti in piano sequenza è notevole anche per come l’azione rocambolesca è gestita in maniera superba senza confusione, stacchi notevoli o scavalcamenti di campo, coadiuvata da una fotografia con colori particolarmente caldi.
Se vi aspettate uno Skyfall 2, allora fareste meglio ad abbassare le vostre aspettative, ma malgrado tutto Spectre resta un film di tutto rispetto e un interessante capitolo finale del 007 di Daniel Craig.