Cari lettori e lettrici,
apriamo un grosso capitolo.. quello della
maternità.
Iniziamo col parlare di chi è e come è la madre
oggi. Parliamo della primipara attempata.
Non è una parolaccia e neanche un’etichetta. Partiamo dalla definizione: la primipara
attempata identifica la donna in
attesa del primo figlio (primipara) over 35 (attempata).
In realtà, dopo l’innalzamento dell’età riproduttiva,
tale definizione è superata e sembra più corretto riferire il termine ad una
donna che ha superato i 40 anni.
Considerando
l’età media in cui le donne italiane affrontano la
loro prima gravidanza, l’incidenza di primipare attempate è
altissima.
In Italia, stando
ai dati Istat, l’età media del primo parto è
cresciuta notevolmente, passando dai
29,1 anni del 1991 ai 31,4 anni del 2011: numeri che fanno delle italiane le mamme “più anziane” d’Europa,
visto che nel vecchio continente l’età della maternità è ferma attorno
ai 30 anni e solo in Svizzera le donne fanno figli tardi quanto noi.
C’è anche il
rovescio della medaglia: in
Italia sono circa 10 mila le minorenni che ogni anno restano incinte e di queste 6 su 10 (57%) scelgono di abortire.
Che il mondo sia cambiato non è
certo una novità: quello
che certamente non ci è sfuggito è come sia cambiata l’evoluzione della società
umana, in specie quella occidentale o dei paesi industrializzati.
Nei primi anni del 900 l’età media
per avere dei figli era molto bassa nelle donne, di poco attorno ai 24 anni, ma
col passare dei decenni, superate le due guerre mondiali, siamo approdati al
nuovo millennio con una età media per la prima gravidanza che è attorno ai 34 anni
di età.
Per le nostre nonne sarebbe stato impensabile avere
un figlio a 30 anni, considerando che a quell’età aveva una prole già numerosa
e si occupava solo della crescita dei figli e dell’accudimento della casa.
I tempi sono cambiati e le mamme ne rappresentano
la sintesi: proviamo a fare un ritratto della madre oggi.
Non sono mamme
“vecchie”; si tratta spesso di donne con un vissuto di
tutto rispetto alle spalle: sono donne che hanno terminato gli studi e hanno
potuto dedicarsi al loro lavoro, con risultati lusinghieri.
Giunta
la loro realizzazione professionale hanno poi deciso che tutto ciò che ancora mancava
alla loro completa realizzazione era un figlio.
Secondo i dati di un
recente studio svolto dall’Università di Adelaide, in Australia, e pubblicato
su “Human Reproduction”, l’era delle mamme over 35 è legata alla
situazione degli impieghi precari.
Stando ai dati
dello studio, più tempo è passato in attesa di un impiego stabile, più aumenta
la probabilità che una giovane sia arrivata ai 35 anni senza figli.
Insomma, non ci
voleva un gruppo di scienziati per dire che le donne, in genere, aspirano alla
sicurezza economica e alla stabilità prima di mettere su famiglia, o forse sono
costrette da ragioni professionali ad anteporre le ragioni pratiche a quelle
private.
Ed
ecco che a 35 anni si trovano con un test di gravidanza positivo e l’inizio di
un favoloso “viaggio” chiamato maternità.
Ma cosa significa un figlio a questa età?
Sul fronte psicologico siamo di fronte ad una donna
più matura e consapevole, che può legittimamente aspirare ad una gestazione
felice e ad un parto naturale altrettanto facile.
Dal punto di vista fisico quando parliamo di
gravidanza, oltre all’età anagrafica, ha un ruolo, non meno importante, l’età biologica in quanto con l’avanzare dell’etàall’aumentare dell’età anagrafica, la
fertilità della donna si riduce..
Nel prossimo articolo parleremo dei rischi ma anche
dei benefici che una gravidanza over 35 può comportare.
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