Bitonto è
una cittadina di 56000 abitanti con una storia purimillenaria che affonda le
sue radici nella notte dei tempi.
Testimonianze del neolitico, dell’età del ferro, del periodo peucetico,
greco, romano e medioevale son ben visibili nella città antica e nell’agro
bitontino.
Crocevia di
popoli provenienti dall’oriente, vicina a scali marittimi frequentati già in
epoca remota, Bitonto ha subito gli influssi delle varie culture, greca in
particolare, provenienti dalle regioni del mediterraneo orientale.
In epoca
cristiana il culto dei vari Martiri e dei primi Santi ha trovato nella nostra
città un humus particolare e molte
sono le testimonianze che si rifanno al
periodo paleocristiano e altomedioevale.
Tracce
evidenti del culto dei Santi Medici Cosma e Damiano a Bitonto risalgono al
XIII-XIV secolo. La prima notizia, in senso assoluto, della presenza di una
chiesa dedicata ai due Martiri è riportata nei Registri Angioini e risale al
1270. Al XIV sec. i due Santi sono ritratti in un affresco rinvenuto nella chiesa
di San Leucio Vecchio, fondata dal Vescovo Corasio Leucio nel 1299. L’affresco,
traslocato e gelosamente custodito presso il Museo Diocesano intitolato al
vescovo Aurelio Marena, vero mecenate dell’arte sacra di Bitonto, raffigura i
Santi Leucio con Cosma e Damiano.
Alla stessa
epoca risale un artistico bassorilievo
in pietra locale raffigurante i Santi Cosma e Damiano con alcuni devoti, che
ricorrono alla loro intercessione per essere guariti. Esso era situato nell
cappella di S. Anna della nobile famiglia Rogadeo. In seguito alla guarigione
di un membro della stessa famiglia per intercessione dei Santi Medici, la
scultura fu donata alla chiesa a loro dedicata. Oggi la possiamo ammirare sotto
l’altare della cripta della Basilica dei SS. Medici.
Sempre nel
XIV secolo troviamo una chiesa dedicata ai Santi Cosma e Damiano, che fu per
moltissimo tempo il centro di diffusione del loro culto e rimase aperta e
funzionante fino al 31 gennaio 1631,
situata nei pressi della chiesa dedicata a S. Giorgio Martire. Essa
viene riportata nei Registri Catastali Angioini del comune di Bitonto sec.
XIV-XV, ubicata tra Via Carafa, Via San Giorgio e Via della Lucertola.
Di questo
centro di culto non resta che il ricordo negli “Atti della Visita Pastorale”
realizzata dal Vescovo di Bitonto Cornelio Musso nel 1549, definito dalla
gerarchia ecclesiastica “Campione della Controriforma” , passato alla storia
per aver tenuto l’orazione inaugurale del Concilio di Trento il 13 dicembre
1545.
Il Vescovo
Musso attesta, negli “Atti della Visita Pastorale del 1549, che esisteva una
chiesetta dedicata ai Santi Cosma e Damiano il cui Rettore era, all’epoca, don
Angelo de Leone.
La
testimonianza storica della presenza di questa chiesetta in onore dei Santi
Anàrgiri viene anche documentata dalla Visita pastorale del vescovo Fabrizio Carafa
(1622-1651) del 1624.
All’interno
della chiesa c’erano due statue di media statura in pietra policroma,
raffiguranti i Santi Cosma e Damiano che recano nelle loro mani il cofanetto porta-medicinali
e la Bibbia.
Attualmente
le due statue di pietra policroma (cm 90 x 32) sono custodite presso il Museo
pinacoteca di Bitonto
Il 31
gennaio 1631 questa chiesetta esisteva ancora, come si rileva dagli “Atti della
Santa Visita Pastorale del Visitatore Apostolico Mons. Andrea Pierbenedetto,
vescovo di Venosa, il quale, oltre a nominarla, fa anche menzione del suo
rettore don Lorenzo Iacobuzio.
Nel 1659
troviamo l’ultima testimonianza storica della chiesetta nella Visita pastorale
del Vescovo Mons. Alessandro Crescenzi: “Visitò
la chiesa dei Santi Cosma e Damiano che è un luogo camerale, del quale è
rettore il Canonico don Francesco Zecca e visitò il suo altare e non trovò
niente per la celebrazione delle messe, e mandò il promotore fiscale a procurarsi
le cose necessarie, per portarle nella chiesa di San Giorgio”. Questo ci fa
supporre che il culto non veniva più praticato poiché il tempio era in stato di
abbandono, sì che il Vescovo Gallo con decreto del 5 novembre 1676 trasferì il
culto degli Anàrgiri nella vicina chiesa di San Giorgio Martire, una delle più
antiche chiese bitontine, le cui vicende storiche risalgono al 1093.