Care lettrici oggi parliamo delle
tecniche con cui si può volontariamente interrompere una gravidanza. Esiste
l’aborto farmacologico mediante la somministrazione della Ru 486 e l’aborto
strumentale o chirurgico.
L’IVG
chirurgica, si esegue obbligatoriamente in una struttura ospedaliera, pubblica
o privata. Ha una durata di circa quindici minuti e la maggior parte delle volte
c’è bisogno solo di qualche ora di ricovero, consentendo alla paziente di
rientrare a casa il giorno stesso. Nell’ambito dell’’IVG chirurgica esistono
diversi metodi per indurre l’aborto, a seconda dell’avanzamento della
gestazione.
Lo svuotamento
strumentale è la metodologia maggiormente diffusa. Avviene in anestesia
parziale e dura circa 5 minuti. A seconda de periodo di gestazione viene
effettuata con metodologie diverse:
Entro le prime
otto settimane di gestazione viene utilizzata l’isterosuzione checonsiste
nell’aspirazione dell’embrione e dell’endometrio attraverso una cannula
introdotta nell’utero. Non è necessario dilatare la cervice.
Dall’ottava alla
dodicesima settimana di gestazione, vengono eseguite in genere la dilatazione e
la revisione della cavità uterina (D&R). In anestesia parziale, la cervice
viene dilatata per permettere il passaggio di una cannula da suzione di
diametro maggiore necessario per evacuare la maggiore quantità di prodotto del concepimento.
Per gravidanze che superino
le dodici settimane (dopo i termini della legge italiana per
l’interruzione volontaria) vengono utilizzati la dilatazione e lo svuotamento(D&S): questa procedura consiste
nella dilatazione meccanica del canale cervicale. Il feto viene rimosso viene quindi rimosso. Questa IVG viene
eseguita raramente, e solo in presenza di malformazioni del
feto o di rischi per la salute della
donna.
La donna può scegliere l’anestesia
totale o parziale, sono le pazienti a scegliere. Prima di qualunque
intervento, se è stato deciso il metodo per aspirazione, occorre fare sistematicamente un
consulto pre-anestesia. In genere donne preferiscono non vedere e non
sentire niente, non vivere “quel momento” da coscienti quindi scelgono quella
totale nonostante l’anestesia parziale comporti meno complicanze. In caso di anestesia
parziale sono richieste all’equipe medico-sanitaria due qualità :esperienza ed
empatia, in quanto la paziente è cosciente e risulta fondamentale il sostegno e
la comprensione.
Come ogni
altro intervento chirurgico, l’IVG per aspirazione presenta alcuni rischi (a
cui si aggiungono i rischi delle potenziali complicanze legate all’anestesia
generale). I principali sono la perforazione uterina (rara ma grave) o
l’infezione dovuta all’introduzione di uno strumento nell’utero.
La
percentuale d’insuccesso del metodo è quasi nulla (0,3% contro 5% dell’IVG
farmacologica), ma è importante ricordare che alcune IVG farmacologiche
“incomplete” dovranno essere “terminate” in modo chirurgico. Come dopo un
parto, nei giorni successivi all’intervento, potrebbero esserci delle
emorragie.
Nel
prossimo articolo mi soffermerò sulla tecnica dell’aborto farmacologico.