«Il nostro obiettivo è ribadire la necessità di riconoscere, nominare, contrastare la violenza. Ogni comunità può diventare presidio di speranza e di cura».
È quanto sottolineato dalle attiviste del centro antiviolenza “Io Sono Mia” che, ieri sera a Mariotto, frazione di Bitonto, hanno organizzato “Luci per Lucia”, una marcia silenziosa per ricordare l’ultima vittima, in città, di femminicidio: Lucia Chiapperini, la donna 74enne che, il 18 aprile, alla vigilia della domenica di Pasqua, è stata brutalmente assassinata dal marito Vincenzo Visaggi, 75 anni, con 22 colpi di forbici, al culmine di una delle frequenti liti coniugali.
Presenti alla marcia, familiari della donna, rappresentanti delle istituzioni, del comune di Bitonto e tanti semplici cittadini che, tramite gesti semplici, come l’accensione di una luce, una candela, una lanterna, hanno manifestato la propria indignazione per l’ennesimo caso di femminicidio che ha insanguinato nuovamente la città degli ulivi.
Non è il primo uxoricidio, infatti, che si consuma a Bitonto. Era novembre del 2016 quando fu assassinata la 29enne Maria Grazia Cutrone. Anche in quell’occasione il carnefice fu il marito, il 40enne Moustapha Ouslati, che la colpì dieci volte con un coltello da cucina dalla lama di 20 centimetri.
Partendo da via Traetta, dove è presente una panchina rossa proprio per sensibilizzare sul tema della violenza di genere, il corteo ha percorso le strade della frazione bitontina, passando anche per via della Libertà, dove è stata uccisa Lucia Chiapperini. Si è poi concluso in piazza Roma, dove, attraverso le lanterne usate durante l’evento è stata realizzata una installazione in omaggio alla vittima.
Per il sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci, quella di ieri è stata «un’iniziativa indispensabile per gridare in maniera compatta e decisa un corale ‘no’ alla violenza sulle donne in tutte le sue forme. Auspichiamo un cambiamento soprattutto culturale verso atteggiamenti negativi ai danni delle donne. Un cambiamento radicale, che porti ad una vera parità nelle relazioni tra uomini e donne, sradicando stereotipi che continuano ad alimentare, purtroppo, soprusi e violenze. Noi, come amministrazione comunale, siamo da sempre impegnati tal senso. Abbiamo attivato degli sportelli informativi, insieme alle tante associazioni, alle parrocchie e, in particolare, con il centro antiviolenza “Io sono mia”».
«Non vogliamo vivere nell’ombra, ma vogliamo gettare una luce in questa oscurità, per illuminare coloro che ancora non comprendono quanto quello del femminicidio e, più in generale, della violenza di genere sia un fenomeno strutturale della nostra società – è il commento di Elisabetta Tonon, del Centro Antiviolenza ‘Io sono mia’ -. Siamo qui per ricordare Lucia, ma anche per far capire a tutti che vogliamo vivere in un mondo sicuro per noi donne. Vogliamo che ci sia luce sul nostro cammino, sulle nostre strade. È bello sentire che la comunità è con noi. È bello vedere qui tanta gente in un momento importante di raccoglimento, un momento di silenzio che, però, non deve essere affatto silenzioso, ma al contrario deve essere assordante».