Non c’è solo il Trofeo del Legno Santo realizzato con pezzi di barche naufragate al largo dell’isola di Lampedusa. C’è anche un’altra novità, quest’anno, tra i tradizionali riti della Settimana Santa bitontina: l’Arcicongregazione di Santa Maria del Suffragio ha ammesso, per la prima volta, anche le donne, non più solo i confratelli, al corteo che segue le icone del Venerdì Santo.
Una svolta storica, come spiega il priore Giuseppe Vacca: «È stata una richiesta nata dal basso, soprattutto dalle consorelle più giovani. Per tutti noi è un segno bellissimo, in un tempo in cui regnano disimpegno e individualismo. È una testimonianza concreta di fede e di volontà di partecipazione».
Un’apertura che non è una rottura con la tradizione, sottolinea Vacca, ma un ritorno alle origini: «I documenti più antichi che descrivono le processioni del Venerdì Santo – come quello del 1680 di Bartolomeo Maiullari, accademico degli Infiammati – parlano esplicitamente della presenza femminile. Dunque la loro partecipazione era storicamente prevista».
«Lo statuto non è stato modificato, ma abbiamo superato una consuetudine consolidata nel tempo che escludeva le donne» conclude, annunciando che le consorelle sfileranno con una cappa processionale nera, lunga fino alle ginocchia, realizzata ad hoc dalla professoressa Grazia Lisi su loro richiesta.