In men che non si dica, qualche giorno appena, siamo passati dalle borse Hermès del Ministro Santanchè alla Tesla modello Y dei coniugi Fratoianni: la tragicommedia all’italiana si è arricchita di un nuovo importante capitolo.
Nel momento in cui crollano in tutto il mondo le vendite della più famosa delle auto elettriche, anche per una sorta di boicottaggio commerciale dei consumatori europei e non, contro il suo chiacchierato proprietario Musk, amico di Trump e accusato di essere nazista, ecco uscire dal garage della più famosa coppia della sinistra italiana targata AVS, alias Fratoianni-Piccolotti, una fiammante Tesla.
Apriti cielo, quale miglior assist per la Santanchè che, messa alla gogna per la sua ricchezza spregevole, arrogante, afferma: “è una buona notizia (la scelta di quell’auto da parte degli esponenti di sinistra). Loro combattono non la povertà ma la ricchezza. Se poi hanno la Tesla, vuol dire che la combattono ma la usano”.
Chissà cosa ne pensa Bersani o quegli esponenti della sinistra più ideologica, i quali si scagliano contro i beni di lusso, salvo poi ritrovarseli in casa, acquistati in pompa magna dai compagni di partito: chi può dimenticare le famose calzature di D’Alema, confezionate da abili artigiani della Capitale, alle cui botteghe si servivano facoltosi politici di ogni schieramento, la barca di D’Alema medesimo, i cachemire di Bertinotti.
Imbarazzante, poi, la difesa e la narrazione dei fatti da parte dei coniugi Fratoianni: in primis, il deputato, segretario e leader di Alleanza Verdi e Sinistra, che se ne lava le mani con un sonoro “l’auto non è mia. È di mia moglie”, a ruota l’on.le Piccolotti, che ne conferma l’acquisto (in leasing) a titolo personale, necessario per la sua frenetica attività politica che le impone l’ubiquità. E se poi, a suo dire, i beni di lusso sono ecosostenibili e chi li produce sostiene, oltre all’ecologia, anche la sinistra, inutile farsi tanti problemi.
Piccolotti non migliora le cose quando dice «l’abbiamo pagata anche poco, 47 mila euro», perché le parole «poco» e «47 mila euro» possono stare insieme in bocca alla Santanchè, non in quella di chi chiede i voti a persone che certe cifre non le vedono in anni di lavoro.
Infine, la Piccolotti stessa proclama il proprio intento di rimediare goffamente al pasticcetto applicando al suo Suv di media dimensione un adesivo proveniente dalla California che recita: “L’ho comprato prima di sapere che Elon fosse pazzo”. E a chi come Gramellini, nel suo caffè amaro, l’accusa di aver comprato l’auto fighetta e che il fighettismo è la vera croce di una certa sinistra italiana, lei replica “Io fighetta di sinistra? Ma se ho un padre operaio.”
(rubrica a cura di Gaetano Tufariello – foto www.freepik.com )