Dal comitato Ambiente è Vita riceviamo e pubblichiamo:
Un’importante pagina si sta finalmente scrivendo nella lunga vicenda che ha visto Ambiente è Vita in prima linea sin dalla sua nascita
Ricordate quando ci costituimmo come comitato cittadino per fronteggiare quella che allora chiamavamo “bomba ecologica” in Contrada Torre D’Agera? Ebbene, dopo anni di battaglie, denunce e inascoltati appelli, la questione della discarica Ecoambiente sta finalmente prendendo la direzione che auspichiamo da sempre: la chiusura definitiva.
Abbiamo continuato a seguire da vicino l’evolversi della questione discarica in Contrada Torre D’Agera.
Lo scorso 12 novembre 2024 si è tenuta una riunione tra Regione Puglia e Comune di Bitonto che potrebbe segnare il definitivo punto di svolta. Al centro dell’incontro, l’utilizzo dei fondi europei (PR Puglia FESR FSE+ 2021-2027, Azione 2.14) stanziati per chiudere definitivamente le discariche abbandonate dai gestori privati che non hanno ottemperato ai loro obblighi di legge.
La Regione ha messo a disposizione ben 75 milioni di euro per queste operazioni, con un tetto massimo di 300.000 euro per ciascun comune. Un’opportunità che non possiamo permetterci di perdere, considerando che la caratterizzazione del sito ha confermato ciò che denunciamo da anni: la discarica EcoAmbiente contamina le falde acquifere ed è considerata la seconda in tutta la Puglia in ordine di gravità.
Durante l’incontro è emersa una divergenza di vedute tra le istituzioni coinvolte. La Regione propone che sia il Comune di Bitonto a farsi carico dell’intervento come beneficiario diretto dei fondi, ma l’amministrazione comunale ha sollevato legittime perplessità riguardo la gestione del post-chiusura nel tempo, a causa di:
Carenza di personale specializzato (solo una funzionaria in materia ambientale)
Mancanza delle competenze tecniche necessarie
Interpretazione della normativa che attribuirebbe alla Regione la responsabilità diretta dell’intervento
La controproposta del Comune è stata quella di ammettere queste difficoltà e richiedere di avvalersi di un soggetto attuatore terzo qualificato. Una soluzione che potrebbe assicurare il monitoraggio costante nel tempo e garantire la professionalità necessaria per un’operazione così delicata.
Il Comune, inoltre, ha proposto che tutti i comuni che hanno conferito rifiuti nella discarica contribuiscano ai costi in proporzione ai quantitativi smaltiti.
Parallelamente, un altro sviluppo significativo è l’ordinanza comunale n. 135/2025 che, dopo i lavori di caratterizzazione, vieta l’utilizzo dell’acqua dai pozzi artesiani circostanti la discarica. Il 6 marzo si è tenuta una conferenza di servizi con Regione, Città Metropolitana, ARPA e il Sindaco Ricci per definire le modalità di analisi delle acque.
È stato deciso di analizzare 8 pozzi campione nel raggio di un chilometro dalla discarica, con un nuovo incontro fissato per il 10 aprile per esaminare i risultati. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che questa decisione arrivi con qualche mese di ritardo. Ma come abbiamo sostenuto: i mesi di ritardo sono nulla rispetto ai 16 anni trascorsi senza interventi risolutivi.
Ricordiamo ancora con amarezza quando, agli albori del nostro comitato, chiedemmo con forza di attenzionare non solo la discarica ma anche i pozzi artesiani adiacenti. I test su tre pozzi già dal 2009 rivelarono acque altamente inquinate, eppure nessun provvedimento significativo seguì quella scoperta allarmante.
Confidavamo nell’intervento trasversale delle forze politiche, ma la nostra voce rimase inascoltata. E pensare che in quei pozzi oggi bloccati si prelevava acqua per irrigare i terreni circostanti, con prodotti che finivano sulle nostre tavole!
I risultati delle nuove analisi ci preoccupano, inutile negarlo. Ma è un rischio che bisognava correre: meglio sapere e affrontare la realtà che continuare a ignorare il problema. Ci auguriamo che i rilievi non evidenzino contaminazioni e che il “sacrificio” richiesto agli agricoltori di rinunciare a quell’acqua si riveli una misura precauzionale eccessiva. Tuttavia, le previsioni basate sui dati disponibili non sono purtroppo rosee.
Sappiamo bene che non basteranno pochi mesi per scrivere la parola fine sulla vicenda Ecoambiente. Il percorso sarà ancora lungo e complesso. Ma per la prima volta in 16 anni, vediamo una luce concreta in fondo al tunnel: fondi stanziati, istituzioni al lavoro, analisi in corso, ordinanze emesse.
Piuttosto, speriamo che si mettano in campo misure per far si che l’ordinanza sia osservata.
E quando finalmente arriverà il momento di chiudere questa dolorosa pagina della storia del nostro territorio, sarà davvero un grande giorno per tutta la comunità. Un giorno per cui il comitato Ambiente è Vita ha lottato sin dalla sua nascita.