Sarà, questo 2025, un anno memorabile per Bitonto perché si prospetta una situazione più unica che rara: nei prossimi mesi almeno una decina di medici di famiglia andranno, uno alla volta, in pensione.
“Nulla di che: in tanti vanno in pensione e non fanno notizia”, si può, giustamente, obiettare. Ed invece, no: si tratta di un vero e proprio esodo nella Sanità cittadina perché dieci medici di famiglia riguardano almeno 10.000 (diecimila!) assistiti, poco meno di un quinto della popolazione locale. I quali dovranno scegliere un nuovo dottore cui affidare la cura della loro salute. E reimpostare relazioni di amicizia, fiducia, semplice conoscenza.
Per molti, inoltre, il pensionamento del proprio medico può rappresentare un salto nel buio, un trauma, all’inizio sottovalutato poi sempre più pesante. Anche perché si dovranno accettare nuove modalità di organizzazione di quell’assistenza affidata per tanti anni allo stesso professionista.
Quindi, cambiare abitudini, atteggiamenti, finanche percorsi. Del resto, se il “medico di base”, come lo definisce l’infelice linguaggio burocratico, per molti, è un fratello maggiore o un padre, per numerosi di noi, è un coetaneo con cui abbiamo condiviso gioie e dolori, passioni (calcistiche, politiche, amatoriali), esperienze e situazioni piacevoli e sgradevoli.
Per cui separarsi sulla comune via del tramonto ha un sapore un po’ malinconico, che solo la volontà di mantenere vivi i rapporti umani può addolcire.