Dal movimento politico cittadino “Liberi” riceviamo e pubblichiamo.
“Finalmente, le aspettavamo con ansia, quest’anno vanno in scena le elezioni Regionali. Una splendida notizia, sconosciuta alla stragrande maggioranza dei cittadini, che al netto di impedimenti dovrebbero aver luogo a metà ottobre 2025. Ultimamente, caro Direttore, si è spesso accennato all’argomento elezioni Regionali (DaBitonto 26 ottobre 2024), con particolare attenzione allo sbarramento del 4%, di una legge elettorale colpevole secondo molti, di produrre una rappresentanza politica diversa dalle indicazioni dei cittadini. Legge elettorale Regionale, foriera di implicazioni tecnico politiche, con anche una non irrilevante discriminante territoriale, a certificare forse, evidenti caratteristiche di simil incostituzionalità. L’architrave della legge per la elezione dei Consiglieri Regionali si poggia su una ripartizione territoriale Provinciale attraverso la quale vengono attribuite quote numeriche dipendenti dal numero di abitanti. Per fare un esempio: con la composizione a 50 del Consiglio Regionale spettano alla provincia di
Bari (Citta’Metropolitana), da censimento ultimo (2011), un numero di 15 candidati eleggibili (con una possibilità di perdita di al massimo un Consigliere, causa attribuzione ai candidati Governatori perdenti), invece, per colpa di una strana articolazione delle legge in questione, l’algoritmo utilizza una sorta di sofisma distributivo (in voga da 4 legislature), che riduce
come d’incanto il numero degli eletti Consiglieri a 10 (ripartizione elezioni 2020). Naturalmente i 5 Consiglieri mancanti furono indebitamente attribuiti ad altri territori provinciali. Alla provincia di Taranto, per fare un esempio, nel 2020, furono attribuiti 10 seggi anziché i 7 previsti dalla ripartizione e dal numero massimo della composizione di ciascuna lista elettorale Provinciale. Una penalizzazione che riguarda solo e soltanto la provincia di Bari, usata in una sorta di compensazione (il contentino al resto dei territori) per l’aver governato da vent’anni con un Presidente della stessa parte politica, avente residenza nel territorio Barese. Una situazione paradossale, conosciuta fin troppo bene dagli addetti ai lavori, che per 20 anni forse consapevolmente, non hanno voluto porvi rimedio. Oggi improvvisamente, questa anomalia (la riforma della legge elettorale Regionale) diventa LA QUESTIONE POLITICA da affrontare soprattutto per e dal territorio Barese, luogo dove questo numero di posti a sedere (eleggibili) crea fibrillazione tra i papabili candidati. Anomalia che nel campo della sinistra sta creando seri problemi per la formulazione delle liste. Infatti, se molti spingono a volersi candidare con Decaro Presidente (i Sindaci uscenti), altrettanti (compreso Emiliano e la truppa dei Consiglieri Regionali uscenti), si rendono conto della impraticabilità di un campo per nulla fertile con un numero ESIGUO(5/6) DI CONSIGLIERI ELEGGIBILI nella provincia di Bari, anche nel caso di una straripante vittoria, come avvenne con Emiliano nel 2020 (fonte Eligendo). Come dire, molti parteciperanno per onore di firma inconsapevoli che i TRE futuri eletti del Partito Democratico comprenderanno il governatore uscente (Emiliano) e il segretario Regionale (Desantis), mentre UNO dei DUE uscenti tra Petruzzelli o Paolicelli sara’ dirottato nella lista Decaro Presidente. Completeranno il quadro degli eletti, il QUINTO in quota 5 stelle e il SESTO in quota Sinistra Italiana (forse Vendola)”.