Da inizio anno è partita la rubrica del giornale daBitonto “Bitontino/a dell’anno”. Il profilo segnalato alla pagina facebook della testata è quello della dottoressa Marica Cariello, ricercatrice e mamma, che andiamo a presentarvi. Vi ricordiamo che continueremo a raccontare le storie dei concittadini che si sono distinti nel corso dell’anno secondo i criteri che comprendono: attività benefiche e di volontariato, iniziative a favore del prossimo, tesi di laurea che valorizzano il patrimonio storico-artistico della città, e progetti rivolti alla comunità. Invitiamo tutti i cittadini a segnalare figure meritevoli, contribuendo così a rendere la nostra città ancora più vivace e attiva. Le persone selezionate per questa rubrica saranno scelte esclusivamente a insindacabile giudizio della redazione, con l’intento di mettere in luce i cittadini che con il loro impegno quotidiano fanno la differenza nella nostra comunità. Sono esclusi da questa selezione i personaggi pubblici già noti, poiché l’obiettivo è celebrare chi, con azioni concrete, arricchisce la città di Bitonto, spesso lontano dai riflettori. La cerimonia di premiazione si terrà in occasione della Giornata del Gonfalone, il 27 maggio, un momento di celebrazione che unisce la tradizione e il valore della comunità.
Marica Cariello è una ricercatrice di 39 anni, che tra pochi giorni festeggerà la cifra tonda. Laureata in Biotecnologie Mediche, ha proseguito con un dottorato in Biotecnologie e una specializzazione in Patologia e Biochimica Clinica. Attualmente è ricercatrice a tempo determinato presso l’Università degli Studi di Bari. La dottoressa Cariello, diventata mamma due anni fa, come molte donne in carriera cerca, quotidianamente, di mantenere il delicato equilibrio tra mondo della ricerca e il suo piccolo.
Il suo percorso professionale è iniziato nel 2009, con l’ingresso nel dottorato di ricerca, ma la sua collaborazione con il professor Antonio Moschetta, medico e accademico bitontino, è iniziata nel 2012. È stato proprio in questo ambito che Marica ha contribuito a importanti studi sul cancro e sulle sue interazioni con il sistema immunitario e le piastrine. Le sue ricerche hanno portato alla pubblicazione di uno studio di rilevanza internazionale sulla rivista Communications Biology del gruppo Nature.
In particolare, il suo lavoro ha esaminato come le piastrine, tradizionalmente note per il loro ruolo nella coagulazione del sangue, possano influenzare la crescita tumorale e la formazione di metastasi. Lo studio, che ha coinvolto pazienti con obesità addominale, ha dimostrato che le piastrine isolate da questi pazienti possono promuovere la crescita del tumore del colon. L’approfondimento sui miRNA, piccoli acidi nucleici coinvolti in numerosi processi biologici, ha aperto la strada a nuove e promettenti strategie terapeutiche contro il cancro, in particolare quello del colon.
Uno dei principali componenti della dieta Mediterranea è l’olio extravergine di oliva (EVO), che è considerato un alimento funzionale, cioè in grado di svolgere un’azione benefica per il nostro organismo. Nel 2018, l’EVO ad alto contenuto di polifenoli è stato promosso a “farmaco” per prevenire l’infarto e le altre malattie del cuore dalla Food and Drug Administration (FDA). L’olio EVO contiene alti livelli di acido oleico (70-80%), e una serie di composti fenolici come l’idrossitirosolo che contribuiscono a renderlo un alimento con notevoli effetti benefici per la salute. L’Italia vanta un numero elevato di cultivar: in ogni regione sono presenti, in media, almeno 10 tipologie di ulivo differenti, con la maggiore produzione in Puglia, Molise, Marche, Sicilia, Toscana e Liguria. Studi di nutrigenomica degli ulivi hanno evidenziato come a parità di DNA della pianta, lo spostamento di una tipologia di cultivar da una regione all’altra dell’Italia determini la produzione di un olio le cui caratteristiche organolettiche e nutrizionali possono variare considerevolmente. Quindi, si sono studiati gli effetti benefici di quattro differenti cultivar di olio extravergine d’oliva pugliesi: Ogliarola (Cima di Bitonto), Coratina, Peranzana e Cima di Mola sull’infiammazione intestinale osservando che i 4 cultivar miglioravano la permeabilità intestinale e riducevano l’espressione di geni pro-infiammatori, proteggendo l’intestino dall’infiammazione. In futuro, sfruttando le proprietà benefiche dei diversi cultivar di olio extravergine d’oliva sarà possibile ridurre l’infiammazione intestinale prevenendo la formazione dei tumori.
Nonostante la sua posizione di precariato, la dottoressa non ha mai smesso di investire le sue forze per la scienza e per il benessere del prossimo, sempre con un sorriso e una dedizione che non conoscono confini. Essere una ricercatrice e una mamma è una sfida costante, ma Marica è la prova che le donne possono (e devono) essere il motore che muove il mondo, anche quello della ricerca.
Un esempio concreto di come la forza delle donne possa plasmare il mondo scientifico, cambiando il futuro con ogni passo.