DI DAMIANO MAGGIO, SOCIOLOGO
Bitonto, città di storia e tradizione, che si affaccia sulla bellezza delle sue chiese e dei suoi vicoli, ma che oggi, come molte altre realtà locali, si trova ad affrontare sfide moderne di sviluppo e di rinascita. Come la canzone di Francesco De Gregori ci racconta delle speranze di una generazione attraverso il calcio, così oggi anche Bitonto ha bisogno di una nuova “leva civica” che possa risvegliare l’entusiasmo e l’energia dei suoi cittadini, per costruire un futuro più prospero.
La città, come quelle giovani promesse del calcio degli anni ’60 che cercavano di emergere, si trova oggi a un bivio. Il contesto socio-politico è mutato, ma le aspettative di crescita, di innovazione e di benessere rimangono. Non possiamo nascondere che Bitonto è in attesa di un riscatto che, troppo spesso, tarda ad arrivare. Eppure, proprio come nelle parole della canzone, la speranza è lì, pronta a germogliare se si saprà sfruttare la forza di una comunità unita e determinata.
Nel testo di De Gregori si parla di giovani che, pur nelle difficoltà, cercano una via di uscita attraverso lo sport, e in un certo senso anche la nostra Bitonto ha bisogno di una “leva civica”, un movimento che parta dal basso, dai cittadini stessi, per riaccendere la passione per il proprio territorio. Ogni angolo della città, dal centro storico alle periferie, ha una potenzialità che non può essere ignorata. Ma è necessaria la guida di un’amministrazione comunale che sappia investire non solo nelle infrastrutture, ma anche nella cultura, nella socialità e nell’ambiente. Non possiamo più permetterci di rimandare l’impegno per il futuro, è arrivato il momento di agire con convinzione, facendo di Bitonto un esempio di vivacità e rinnovamento.
Proprio come nelle parole di “La leva calcistica della classe ’68”, è fondamentale che l’amministrazione si rivolga ai giovani, che sono le vere forze trainanti di una città. Bitonto ha bisogno di un piano che parli ai più giovani, che offra loro spazi di aggregazione, formazione e opportunità per crescere, senza dimenticare le proprie radici. Le scuole, le strutture sportive, ma anche le opportunità culturali devono essere i pilastri di una nuova visione della città. Investire nel capitale umano significa preparare una generazione capace di affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e determinazione, ed è essenziale che questi giovani non si sentano mai soli, ma supportati dall’amministrazione in tutto e per tutto.
C’è bisogno di una visione a lungo termine, che vede Bitonto non come una città che sta subendo il passaggio del tempo, ma come una realtà che può emergere con forza, proprio come quei ragazzi che inseguono il sogno di diventare calciatori. Ogni decisione, ogni progetto, deve partire dalla consapevolezza che ogni passo verso il cambiamento è una conquista, e che non possiamo permetterci di restare fermi. La città ha una storia che deve essere valorizzata, ma ha anche un futuro che deve essere costruito con fiducia e responsabilità. Per farlo, bisogna guardare al rinnovamento urbano, al rafforzamento dei servizi, alla promozione delle attività che possono attrarre anche il turismo, rendendo Bitonto una città viva, dinamica e inclusiva.
L’amministrazione comunale di Bitonto ha ora il compito di farsi carico di questa sfida, raccogliendo l’eredità di una generazione che ha saputo lottare per la propria affermazione. Come nel testo della canzone, è necessario che ci sia una spinta coraggiosa, un incitamento a non arrendersi mai di fronte agli ostacoli. La città ha tutte le potenzialità per crescere, ma è essenziale che l’azione politica si faccia concreta, con un impegno forte e tangibile verso la collettività.
Bitonto deve riscoprire il suo spirito di comunità, la sua forza di rinnovamento, e mettere al centro le persone, i giovani, la cultura e l’ambiente. Solo così potrà fiorire una vera e propria “leva civica”, capace di guidare la città verso un futuro migliore