«Vivete la vita con una forte passione. Non recintatevi dentro di voi, in piccoli àmbiti egoistici. Mordete la vita!…». La viva esortazione contenuta nella famosa “Lettera ai giovani” dell’indimenticato don Tonino Bello risuona nei cuori di tutti i ragazzi protagonisti del concerto Let’s Sing Christmas. Siamo a un’ottava dal Natale, a Palombaio, all’interno della chiesa nuova, blanditi dalla carezza materna della Vergine Immacolata. Àuspice la sera dicembrina, ammantata dal brumoso alone pre-natalizio, alunni e alunne delle medie della “Caiati-Don Tonino Bello” annunciano il Natale intonando le più belle melodie dei nostri giorni.
C’è padre Fulvio Procino, instancabile animatore parrocchiale, che fa gli onori di casa, e riunisce gli ospiti intorno all’altare e tra i banchi: don Francesco, in rappresentanza della vicina parrocchia mariottana e poi genitori e parenti dei ragazzi che gremiscono la chiesa. E c’è la dirigente scolastica, la prof.ssa Filomena Di Rella, mimetizzata tra i suoi studenti, quasi in un unico afflato con la scuola che dirige da qualche mese.
Spentosi il brusìo dei presenti, le prime, bianche note cominciano a spandersi sull’uditorio. Il progetto “Crescere in Coro” prende finalmente corpo, le voci del Coro Agape si stagliano sul silenzio compìto della chiesa, ben orchestrate da Angela Drimaco, e salgono lievi come una preghiera dei fedeli, fin sopra il crocifisso in ascolto che campeggia sullo sfondo dell’abside. White Christmas ha la densità di un poema che si rapprende nell’aria quasi fosse un mistero irrisolto, seguìto, nello stile dello spiritual e del rocking Christmas, dai pregevoli “Deck in the Halls”, “Go Tell it on The Mountain” e “Jingle Bells Rock”, e da quella gioiosa voglia di libertà che tali canti nordamericani ti mettono addosso. Alle tastiere c’è il prof. Emanuele Modugno, all’oboe Annarita Romano, chitarra nelle mani di Mario Salluce e sassofoni appannaggio di Biagio Bovenga. C’è persino un coetaneo dei coristi, il giovanissimo Luca Schiraldi, bravo a tamburellare sulle percussioni. Tutto sotto l’ègida di Francesco Rossini, alla console. Ci si distrae un attimo con le cadenze sontuose e perentorie della “Marcia di Radetzky” e della “Marche des Rois Mages”, presentate da Valeria Vangi, e si ascolta con trasporto quell’inno della tradizione musicale partenopea che è “Io te voglio bene assaje”, prima che gli occhi s’inumidiscano per l’emozionante interpretazione di Angela Drimaco del “Cantique de Noël”, e le coscienze s’interroghino un istante su guerra e pace odierne, sulle note dell’Happy Christmas di John Lennon.
Infine, i saluti di prammatica e la foto di gruppo, ci si stringe, tutti, in un festoso, ideale abbraccio, si respira la felicità del momento, gli occhi di ragazzi e ragazze disegnano contorni di speranza nuovi, indistinti, sinceri. La sera vanisce e si concede alla notte sussurrandole note di serenità.