«Ho incontrato ‘Antonio’ (nome di fantasia) questa mattina sotto casa e gli ho chiesto: ‘Perché non sei andato a scuola?’. Mi ha semplicemente risposto: ‘Perchè non mi vogliono’. E allora dopo qualche chiamata, dopo accertamenti con l’Istituto, e dopo aver compreso che c’erano delle difficoltà che non dipendevano dalla scuola, ho deciso di fargli trascorrere la giornata con me coinvolgendolo nei miei impegni quotidiani per amministrare la nostra città».
È quanto raccontato dal sindaco di Bitonto, Francesco Paolo Ricci, sui social network.
«Quanti ‘Antonio’ ci sono nelle nostre comunità? Giovani che vivono un disagio che impedisce loro di costruirsi una vita migliore? Questo disagio giovanile deve essere affrontato con l’ascolto e una analisi profonda delle ragioni, dei bisogni e delle fragilità dei nostri ragazzi – ha concluso Ricci -. È giunto il momento che tutte le Istituzioni assieme al Terzo Settore si siedano attorno a un tavolo e avviino un percorso concreto. Non possiamo più aspettare».
Proprio a Bitonto, nei giorni scorsi, nell’abitazione di un 17enne incensurato (che ora è indagato per favoreggiamento) è stata trovata l’arma con cui il 21enne Michele Lavopa, il 21 settembre scorso, avrebbe ucciso la 19enne Michela Lopez e ferito altre quattro persone nel lido disco-bar “Bahia” di Molfetta.