del prof. Vito Masciale, segretario Snals Bari
Primo collegio docenti, si riparte: nuovi DS, nuovi colleghi, assemblee sicuramente complesse da gestire, frutto di un dimensionamento scolastico miope, basato solo su numeri, fusioni e…reggenze. Si, ancora reggenze, quelle che secondo il ministro Valditara, dovevano sparire col dimensionamento sono sempre lì e sono aumentate. Chi ha sbagliato le previsioni? Ricordate Paolo Fox quando a dicembre 2019 predisse un 2020 sereno e poi scoppiò il covid, che ci portò al lockdown? Ecco, forse anche in questo caso gli astri hanno voluto prendersi gioco di noi.
Nel primo collegio dei docenti non può mancare un punto all’odg: il calendario delle attività. Il calendario delle attività e non delle festività, come tanta stampa ha fatto passare negli ultimi giorni con titoli in grassetto in prima pagina. Prima di tutto, non sanno, o fanno finta di non sapere, che il calendario delle attività deve essere approvato dal Consiglio di Istituto, composto da docenti, personale ATA, DS, ma anche rappresentanti eletti delle famiglie e degli alunni nelle superiori, quindi un organismo democratico dove sono rappresentati gli interessi di tutti. Dunque il collegio docenti, assise democratica della scuola unica competente in materia didattica, ai più superficiali e distratti potrebbe apparire come una riunione di condominio, i cui partecipanti sono disinteressati al loro ruolo e occupati solo, calendario alla mano, a organizzare vacanze inter-anno più lunghe possibile. Carissimi iscritti Snals, BASTA con questi luoghi comuni e queste etichette fantasiose, che classificano i lavoratori della scuola come vacanzieri di professione occasionalmente occupati. Molte testate, anche specializzate, si sono esercitate nel presentare le varie soluzioni dei cosiddetti ponti, non considerando quello a cui sono sicuro penseranno i docenti: ogni interruzione fa perdere il ritmo di lavoro e di studio ai ragazzi, e certi ponti ipotizzati sono alla fine dell’anno scolastico, quando le prove invalsi, gli esami di fine anno o di Stato sono dietro l’angolo e c’è bisogno di intensificare il lavoro e non diminuirlo.
Il personale della scuola, nei suoi vari ruoli, svolge un servizio unico ed insostituibile per tutto il paese: educare e formare le nuove generazioni, a volte con mezzi scarsi e precari; lo fa per i più dotati, per i normo dotati ma, soprattutto, per i meno dotati socialmente, come previsto dalla carta costituzionale. In aula, nei corridoi, nelle presidenze, nelle palestre e nelle segreterie, facciamo il mestiere più bello del mondo nella quasi totale ingratitudine del paese, ma siamo ricompensati dai nostri ragazzi, che vediamo crescere e migliorare, ed è per loro che ci aggiorniamo e studiamo anche sotto l’ombrellone o in cima alla montagna. Certo, non siamo perfetti e tutto è migliorabile, ma non accetto articoli come quello letto questa estate, che, mentre in apparenza spezzava una lancia a favore dei docenti contro l’idea diffusa che siano vacanzieri di professione, poi concludeva consigliando loro di usare l’estate per studiare ed aggiornarsi. Avrebbe dato lo stesso consiglio ad operatori finanziari in vacanza in yacht? L’Italia è un popolo di poeti, santi, navigatori, allenatori di calcio ed esperti della scuola, che la scuola non la vivono e quindi non la conoscono, se non per sentito dire. Negli ultimi anni lavorare nella scuola è anche correre il rischio di aggressioni e per tutelarvi lo Snals Puglia ha siglato un opposito Protocollo antiviolenza, che presenteremo ufficialmente nl mese di settembre.
Infine il cambiamento climatico, con l’aumento delle temperature a livelli che il corpo non può sopportare all’interno degli edifici scolastici: le aule saranno roventi, come sono dei frigoriferi d’inverno, quando il riscaldamento molto spesso non funziona- La soluzione non è modificare il calendario scolastico o ridurre le ore di lezione, ma prendere sul serio la riqualificazione degli edifici scolastici, far partire in ogni regione un piano di ammodernamento che nell’arco di 10 anni sostituisca o riqualifichi gli edifici esistenti.
Al netto di queste considerazioni, che non sono certo esaustive delle problematiche che la scuola pubblica dovrà, ancora una volta, affrontare, auguri a tutti quanti noi, a voi iscritti e a noi sindacato, un buon anno scolastico. Tra qualche giorno suoneranno le campanelle, i ragazzi rientreranno a scuola e, per quel che dipende da noi, tutto deve essere pronto perché sono loro la SCUOLA. Le difficoltà che ci aspettano sono note a tutti, non solo al mondo scuola: precari sempre più numerosi, cattedre scoperte, caccia al supplente da parte delle segreteria, orari di lezione ridotti, docenti di ruolo che fanno supplenze in qualunque classe per completare il loro orario di servizio! Continuità didattica? In molti la invocano; dove sia nessun lo sa.