Chi conosce Monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio e vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana, nostro concittadino, sa che è un tipo tosto che non si tira mai indietro, quando si tratta di prendere posizione dinanzi a questioni anche delicate che riguardano la nostra contemporaneità. Per di più, lo fa sempre con parole profonde e mai banali.
Da un paio di giorni, per di più, è assurto agli onori della cronaca, prendendosi tutte le prime pagine (o quasi) dei quotidiani nazionali, perché ha criticato aspramente la cosiddetta “Autonomia differenziata“, che aleggia sui cieli incerti di questa malconcia Italia.
Intervistato dal giornalista Concetto Vecchio di Repubblica ha così esordito: “Il Sud ha capito che la riforma è un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a se stessa”.
Insomma, il meridione è in pericolo: “Non solo avremo tante Italie quante le Regioni, ma si rischia pure un Far West tra quelle povere”.
“Le poche risorse, e l’arbitrarietà con cui saranno assegnate, innescheranno gelosie e quindi conflittualità. Il fatto che non si è voluto fissare il criterio di determinazione dei Lep non lascia immaginare nulla di buono”, ha proseguito la disamina il prelato.
Si rischia di tornare indietro di parecchi decenni, con la singolar tenzone fra sud e nord: “Lo scontro è insito nella sua riforma purtroppo. Nella disparità che crea. Anche il Nord rischia di pagarne un prezzo, se il Sud precipiterà, perché simul stabunt simul cadent”.
Cosa ci ritroveremo, allora, tra le mani?
“Altra povertà. Altro spopolamento. Le differenze col Nord si accentueranno. Non le sembra abbastanza?”.
Sulla gestione dei flussi migratori ha aggiunto: “Noi siamo un popolo che è sempre emigrato, in America, in Australia, in Germania e Svizzera. Lo si dimentica troppo spesso. I migranti non sono un’occasione per ripopolare le aree interne?”.
Sullo ius scholae, infine, ha osservato: “Sarebbe ora. Lo reputo un atto di giustizia, di civiltà, e quindi di democrazia. Nelle scuole studiano un milione di studenti stranieri, specie in quella primaria”.
Ed ha mostrato il suo disappunto per “il prevalere dell’ideologismo, della pregiudizialità nel dibattito“.
“Invece converrebbe a tutti una migliore cittadinanza”, ha concluso il vescovo bitontin-calabrese.