Essere portieri negli anni Sessanta significava planare leggeri sopra fazzoletti di deserto, carezzare guizzando cuoi bitorzoluti e ruvidi, parare stoici folgori imprendibili. Insomma; essere coraggiosi e folli senza neppure tenere i piedi per terra.
Giuliano Biggi ha artigliato la serie A col Varese, è stato un monumento del calcio tranese, tanto da trasferirsi per tutta la vita nella splendida città della provincia viciniore, è stato protagonista della stagione 1968-’69 con la maglia del Bitonto in serie D. “Professionista serio, disputò con noi 19 gare e il suo apporto fu fondamentale per la salvezza neroverde“, ricorda lo storico Gianvito Rubino.
Carrarino d’origine, inizia con l’Ivrea, con cui nella stagione 1959-1960 conquista una promozione in Serie C; dopo altri tre anni in terza serie con la squadra piemontese, l’ultimo dei quali chiuso al sesto posto in classifica. Dopo aver giocato 129 partite di campionato con la squadra piemontese, viene acquistato dal Varese, con cui conquista una promozione in Serie A, e successivamente al Trani, squadra pugliese neopromossa in Serie B per la prima volta nella sua storia. Il primo anno (1964-1965) gioca stabilmente da titolare, mentre il secondo è interrotto da un infortunio (sarà sostituito tra i pali da Domenico Lamia Caputo, altro mito) che ne comprometterà il prosieguo della carriera. Con la maglia biancazzurra ha giocato 56 partite, tutte in Cadetteria.
Il 9 dicembre 1968 debutta in serie D con il Bitonto nella gara interna vinta 1-0 sul Cerignola. Rimarrà con la formazione neroverde – un manipolo di talenti nostrani in un girone infernale – fino a fine stagione conquistando la meritata salvezza.
La stagione successiva il Bitonto lo cede al Trani insieme all’indimenticabile bomber Francesco Chimenti.
Ieri, Giuliano Biggi, a 87 anni, ha chiuso le ali, ma resta intatta l’eco dei voli sul terreno riarso del Comunale di via Megra…