Alzare lo sguardo al cielo e rimirar le stelle in una notte d’estate, per astrarsi dagli affanni del mondo e lasciarsi indietro, come Dante nell’ultimo verso del XXXIV canto, le tenebre dell’Inferno. È questo un modo per alimentare una speranza nuova nell’astrale baluginio fotografato dagli occhi. Ed è così che si resta, per lunghi minuti, impigliati nella tela della curiosità e della meraviglia, ad abbozzare un’intima riflessione sulla Creazione, sul Cosmo, sulla Verità, e ad imparare dall’osservazione della volta celeste una lezione che tocca il corpo e lo spirito: sentirsi piccoli, fragili, cadùchi, imperfetti al cospetto del cosmo che è invece ordine, armonia, simmetria.
Ecco, per il secondo anno, a Mariotto, si vivrà una serata di tale tenore, scrutando il cielo stellato, nell’ambito dell’evento “E uscimmo a riveder le stelle”, organizzato dall’associazione culturale “Mariotto Territorio e Società” e dalla Parrocchia Maria SS. Addolorata, nell’àmbito del progetto comunale In.con.tra., con la partecipazione e la guida esperta del gruppo “Amici sotto le stelle” di Corato. La serata avrà luogo Sabato 22 Giugno, alle ore 21, presso Estancia Pino, in località Rogadeo, Mariotto. Anna Maria Iuso, coordinatrice di Mariotto Territorio e Società, sottolinea l’importanza di quest’evento: «Siamo giunti alla seconda edizione della manifestazione “e uscimmo a riveder le stelle”. Lo scopo dell’associazione è quello di offrire ai partecipanti la possibilità di riflettere sulla bellezza del nostro pianeta da una diversa prospettiva. Ebbene, l’osservazione delle stelle ha da sempre affascinato l’umanità: in passato l’uomo ha osservato e studiato la volta celeste per trarre elementi utili per l’orientamento e per la navigazione oppure per cogliervi figure da poter associare a miti e leggende. Oggi, invece, osservare la volta celeste offre all’umanità un punto di vista straordinario e dirompente della Terra e, dunque, diverso rispetto a quello a cui siamo abituati nel quotidiano. Tutto ciò ci consente di soffermarci sulla fragilità e unicità della Terra e di riflettere su quanto sia necessario che ciascuno s’impegni ad avere cura del nostro unico pianeta».
C’è molta curiosità attorno a quest’iniziativa, dopo il successo della prima edizione.
Ed è come un mescolarsi di prospettive e di sensibilità: poesia e scienza, storia e religione, qui, in questo spazio d’osservazione, godono della stessa cittadinanza, senza preconcetti o preclusioni. Basti pensare a quel grande osservatorio astronomico della Santa Sede, che è la Specola Vaticana, che mette insieme il rigore del centro di ricerca scientifica con la spiritualità della verità di fede.
Quel cielo stellato che nell’arte figurativa è spesso la metafora di un ordine meraviglioso e divino, ma anche la sregolatezza emotiva ed oniricheggiante ben espressa da Van Gogh, rimane la rappresentazione più compiuta della materia senza limiti fisici, che sa parlarci usando il linguaggio dei sensi.