Per la prima volta nella storia del G7, in corso in Puglia fino al 15 giugno, prenderà parte al vertice anche Papa Francesco. Il pontefice arriverà a Borgo Egnazia, tra le campagne di Savelletri, venerdì 14 giugno alle 12.30 e sarà accolto dalla presidente del consiglio, Giorgia Meloni. Subito dopo, prenderà parte alla sessione dedicata all’intelligenza artificiale, per poi continuare, fino alle 17.45, con i bilaterali con i Capi di Stato. Papa Francesco è molto affezionato alla Puglia e questa, per lui, sarà la quinta volta nel Tacco d’Italia. Sono noti il suo legame e la sua devozione per la Madonna dell’Odegitria, custodita nella Cattedrale di Bari, con la spiritualità di San Nicola, vescovo di Myra, a cui ha affidato in più occasioni le preghiere per la pace in Ucraina e nel mondo. Il primo viaggio in Puglia di Bergoglio risale al 2017, quando raggiunse San Giovanni Rotondo per pregare sulla tomba di San Pio, al Santuario Maria delle Grazie. Torna a Bari, nella Basilica di San Nicola, l’anno successivo, a luglio 2018, per presiedere all’incontro con i patriarchi del Medio Oriente: un evento che richiama migliaia di fedeli in un serpentone di circa due chilometri. Ancora una tappa, nel 2018, per rendere omaggio alla figura di don Tonino Bello, prima ad Alessano, paese di nascita del vescovo, poi a Molfetta, dove il venerabile ha esercitato il suo mandato. Si rivede nel capoluogo pugliese dopo due anni, poco prima del lockdown, per l’incontro “Mediterraneo, frontiera di pace”, momento di preghiera a cui partecipa anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La presenza di Papa Francesco al G7 “si inserisce in un discorso culturale della Chiesa che ha ben chiara la differenza tra vigilanza e ingerenza – spiega all’Agi Mons. Francesco Savino, vicepresidente CEI -. La politica è laica, la Chiesa, in questa occasione, è presente per essere vigilante, non ingerente”. Al centro, il tema dell’intelligenza artificiale su cui “Papa Francesco era già intervenuto il primo gennaio per la 57esima Giornata Mondiale per la Pace, sul tema “Intelligenza Artificiale e Pace” – ricorda Mons. Savino -. Il Pontefice intuisce le opportunità che può generare la tecnologia, ma soprattutto riconosce i rischi che si possono creare, aumentando la disuguaglianza”. “Se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura”, scrisse il Papa ricordando che “il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità”. Il tema, dunque, “è quello dell’algoretica, l’etica legata all’intelligenza artificiale, che possa dunque poter ambire a uguaglianza, solidarietà, alla possibilità per tutti di accedere alla democrazia di un Paese: solo così si può creare e raggiungere la pace”, dice ancora Savino. Dunque, il Santo Padre “ci stupirà con un discorso coraggioso e profetico – conclude il vicepresidente CEI –: tornerà sulle grandi questioni antropologiche, economiche e su come la tecnologia dev’essere al servizio della promozione umana, della pace”. Il tema dell’intelligenza artificiale, sul solco di quanto discuterà il Papa al G7, è già stato al centro di un convegno, che si è tenuto nella diocesi di Bari-Bitonto ad aprile scorso, intitolato proprio “Intelligenza artificiale e sapienza nel cuore: per una comunicazione pienamente umana”. “I temi che il papa solca – ha spiegato in quei giorni l’arcivescovo, Giuseppe Satriano – sono significativi e fondamentali” e sono “la cura della casa comune, quindi il bene di tutti, e la fraternità. E questi temi sono due declinazioni con cui si può trovare la possibilità di fare dell’intelligenza artificiale un’innovazione significativa per la storia dell’umanità, non come molti temono una realtà distruttiva. E questo, credo, potrà essere un appello anche ai potenti della Terra”. “Del resto – conclude – in tutta la storia dell’umanità da quando sono stati scoperti la pietra, il ferro, la polvere da sparo e il nucleare, abbiamo avuto delle opportunità grandi per la storia dell’umanità” che possono divenire opportunità “mancate lì dove si polarizzi l’attenzione sul proprio sé e non sul noi”. Fondamentale sarà la ‘funzione Puglia’: i vescovi del territorio sperano che la Regione, come sempre, possa essere “ponte tra i popoli del Mediterraneo, ‘arca di Pace e non arco di guerra’, spazio di accoglienza e inclusione e non frontiera inaccessibile e inospitale”. Gli stessi hanno sollecitato ai Capi di Stato di essere “audaci”: “Aprite varchi alla giustizia sociale, a una reale e fattiva custodia del creato, alla salvaguardia dell’umano, sapendo garantire a tutti l’accesso universale ai servizi essenziali per una vita che sia dignitosa per ciascuno. Siate audaci nel cercare e promuovere la Pace per tutti” e “abbiate il coraggio di non retrocedere dinanzi alle sfide del momento che vedono nella Pace e nella Crescita Sostenibile le coordinate imprescindibili di un cambio di paradigma, di cui tutti avvertiamo la necessità”. E concludono: “I profumi della terra, il sapore dei cibi che gusterete, la bellezza del cielo e lo sguardo aperto sul mare allietino i vostri giorni e diano slancio ai vostri cuori”.