DI FRANCESCA MORRELLI
Sarà vero che coltivare i propri sogni, le proprie passioni, rallenta l’invecchiamento? Se è così, allora Michele Giorgio è destinato a restare giovane ancora molto a lungo.
Infatti, qualche sera fa, nella cornice del Centro Alzheimer della Fondazione Giovanni XXIII, questo illustre Preside bitontino ha presentato un lavoro curato dai suoi ricordi e dalla sua penna, dal titolo “Dalla Puglia al Friuli Venezia Giulia. Diario di un preside”, (Adda Editore). Il testo, che descrive la sua esperienza di Preside – e non di Dirigente Scolastico, come più volte sottolineato dai presenti, visto che Giorgio concepisce la scuola come laboratorio aperto di menti -, ripercorre la sua esperienza professionale a nord nel 1984, tempi in cui l’inserimento sociale per i meridionali era quanto mai difficile. Tuttavia, il Preside Giorgio, con quel suo fare empatico e paziente, con le maniere docili eppur decise, riuscì a farsi apprezzare anche in ambienti ostici e a superare le situazioni più spigolose.
Questi tempi così grigi, eppure luminosissimi per la carriera di Michele Giorgio, sono stati ripercorsi durante l’incontro,coordinato da Marino Pagano, direttore del Centro Ricerche, ed alimentato dal dialogo con il Senatore Giovanni Procacci, il giornalista Valentino Losito ed il direttore del “da Bitonto” Mario Sicolo.
Dopo i brevi interventi di Nicola Castro, direttore della struttura ospitante, che ha ricordato il trascorso impegno dell’autore per la fondazione,e del Sindaco Francesco Ricci, che ha ringraziato il preside per il suo instancabile impegno verso la comunità e la salvaguardia di una memoria collettiva, Giovanni Procacci ha sottolineato il ruolo educativo della scuola e del docente per la formazione della persona e della personalità, ponendo particolare attenzione all’insegnamento dell’educazione civica e agli alunni ‘difficili’.
Valentino Losito – “ci sono mestieri come il giornalista e l’insegnante che non finiscono mai e continuano a profumare di umano”- ha evidenziato quanto vi sia un gap fattuale ed operativo tra istruzione e formazione, ed è quest’ultima a cui l’autore ha sempre mirato. Infine, Mario Sicolo, curatore della prefazione, ha visto in questo memoriale una condivisione di filosofia, storia, memoria, poesia, ma soprattutto di verità dei rapporti umani e della storia, perché testimone dei tempi ed inno alla libertà dell’uomo, nella possibilità di conoscenza dell’altro da sé.
Insomma, cosa avrebbe potuto aggiungere un uomo di gran vaglia quale è il Preside Michele Giorgio a tanta bellezza? Ha reso solo un sommo ed umile ringraziamento.