Sono giorni davvero strani, quelli che stiamo vivendo. Passa nel chiaroscuro della sera la processione del Venerdì santo, ed esplodono assurdi fuochi d’artificio. Mani ignote tagliano nottetempo le gomme dei pulmini di una cooperativa che cura il trasporto dei disabili. Non v’è giorno che qualcuno non passi col favore delle tenebre nei locali dell’ormai ex ospedale a vandalizzare quel che capiti a tiro. Il tutto, in un oceano di indifferenza e silenzio. Insomma, se appartieni ad una categoria fragile, vivere a Bitonto non è propriamente una passeggiata.
Adesso, anche esser morti può essere qualcosa da vilipendere. L’esempio più dolorosamente plastico è offerto dalle scritte in spray nero comparse sul monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre ideato dall’architetto Antonio Scivittaro. Nel consueto inchiostro buio il disgustoso acronimo “Acab” e la sigla equipollente “1312“, che stoltamente definiscono pessime le forze dell’ordine. E lo fanno oltraggiando in modo codardo tutti coloro che donarono la loro vita in sacrificio alla Patria.
Possiamo immaginare questi scioperati, poco fantasiosi writers, che, per vincere la noia piena di fumo di una sera qualunque, hanno deciso di imbrattare vilmente quest’opera sita in piazza Marconi.
Nella speranza che vengano beccati, magari dagli occhi elettronici presenti in zona, non ci auguriamo che paghino le conseguenze del gesto, ma ci basta che si scartavetrino le loro inutili papille gustative su quelle pietre affinché esse tornino bianche, come non sono le anime smemorate di quei fanciulli armati di bombolette (che solo il garbo ereditato dagli avi ci impedisce di suggerirne un uso anomalo ai possessori, ovviamente a posteriori)…