Giuseppe ha un volto che sembra scolpito nel vento, un pizzetto risorgimentale ed uno sguardo fiero, quasi che mirasse sempre ad un traguardo lontano, mai troppo lontano da non potersi raggiungere a grandi falcate.
Ora, il giovane Giuseppe Santoruvo, atleta della Bitonto Sportiva, società guidata con saggezza e giusta ambizione dall’avvocato Antonio Saracino (lodevole, inarrestabile faticatore già di suo), da un paio d’anni sta vivendo una crescita strabiliante, di forma e di tempi.
Ogni tipo di corsa lo vede tra i migliori, e fin qui non vi sarebbe granché da stupirsi, dal momento che il suo trainer è un autentico monumento del fondo bitontino, ma di più italico: Angelo Pazienza – sì, nel mio personale Pantheon della disciplina con Saverio Ancona, il prof. Antuofermo, Ninnì Massarelli e Pasquale Rutigliano.
“Ad oggi ho raggiunto risultati impensabili e mostruosi superando di gran lunga le mie aspettative, superando grandi ostacoli e soprattutto scoprendo un io che non sapevo di conoscere… Tutto questo grazie a te Angelo Pazienza per aver creduto in me, per essermi stato vicino non solo a livello sportivo ma anche personale, il tuo incitamento motivazionale mi ha sempre dato modo di poter e dover migliorare ogni giorno che passa. Spero e mi auguro di essere per te quella luce che fa brillare questo bellissimo sport. Perchè tu sei per me una parte fondamendale di tutto ciò, perchè ciò che sono non è solo merito mio ma soprattutto anche tuo. Grazie perchè quello che sono ad oggi a distanza di 2 anni lo devo a te!”, ha scritto Giuseppe col cuore traboccante di gratitudine e gioia.
E ripetiamo, fin qui è una gran bella storia di sport, che certo sconfina nella vita. Il “quid pluris” di morale insegnamento deriva dal fatto che Santoruvo fa di mestiere il pasticciere, cioè nel mitico laboratorio “Da Gimino“, storica attività familiare, dona gustose meraviglie ad orari impensabili per affamati nottambuli, e poi via a mettere sotto le suole chilometri e chilometri d’asfalto, sotto cieli melodiosi e infiniti, mentre gli altri magari sistemano le sveglie a mezzodì e, sbadigliando, chiudono gli occhi.
Giuseppe, invece, è chissà dove a saettare contro Crono, gli avversari e soprattutto sé stesso. Lo scorso anno si è piazzato fra i mille atleti di tutta Italia, poi alla Maratona di Milano nel dì delle Palme è giunto 98° su 6000 concorrenti, all’ultima tappa del Corripuglia, in quel di Canosa, ha fatto registrare il quinto posto assoluto e 2° di categoria.
Il tutto, stringendo i denti e in rigoroso silenzio, come gli indica il mister. “Bisogna porsi degli obiettivi elevati, altrimenti non serve a niente alcun sacrificio”, ha sentenziato pensoso.
E noi gli crediamo, sapendo che ovunque andrà arriverà con le braccia levate nell’azzurro come fa chi si è battuto con coscienza profonda e abnegazione massima, sulle orme di un impareggiabile maestro…