Gaetano detto Nino Gentile, di cognome e di fatto, è un poeta elegante (è stato per una vita sarto sublime, non a caso) e profondo, che vive il tempo della storia con cuore puro. Per questo motivo, non si sottrae mai alle sfide delle epoche che ha attraversato, cercando sempre di leggere fra le righe le vicende degli uomini, per coglierne i più reconditi significati. Certo, la contemporaneità non offre gioiose situazioni in gran copia, anzi indifferenza, superbia, odio e violenza sembrano imperare ad ogni piè sospinto. E allora, questo sincero, appassionato autore di origini bitontine – insigne figlio d’arte, ché il padre nominava il mondo con i colori, così come lui lo dipinge con le parole – si ritrova dinanzi a questo pico invoraggiante scenario, eppure riesce a sciogliere un canto di speranza, pregno di dubbi e significati, tutto da leggere.
Oggi come ieri
Quale futuro per l’Uomo
e il Pianeta?
Gli Inferi dell’oscuro
deserto ancora svegli,
chiusi in quella strettoia
mentale, che impedisce loro
il passaggio verso
il nuovo tempo,
non riescono a varcare
l’altra sponda.
Forse, era solo una pausa,
non è ancora nato l’uso
positivo dell’ “lo”,
quel cambio totale spinto
dalle nuove maree che sentono
l’uomo e il pianeta
in modo diverso.
Le tragedie hanno ripreso
il pieno ritmo, la
costruzione dell’arme.
che mai si è fermata,
vuole distruggere il grande
panorama delle “memorie”,
dei valori, della cultura.
Le scorie tragiche estreme,
come un morbo pandemico sono
riapparse e chiudono
le sponde del grande
respiro
della vera Civiltà,
strumento unico della
libertà.
Sordo è stato il richiamo
di millenni di righe
polverose che richiamano
e indicano non le scorciatoie
ma l’unica strada quella
che serve per vivere.
Ora rispolverare tutto per
tornare a trovare
quelle chiavi che molti hanno
perso, segnando le nuove numerose
composizioni numeriche
che non aprono alle giuste
“divisioni dei pani”.
Si pensava in modo diverso,
si è lavorato, scavato e
scoperto gli ori delle
invenzioni, quelli della vita,
che non è ancora finita.
Ora, il tempo
deve svegliare le nuove albe,
non con le strettoie mentali,
ma con l’unica richiesta
a gran voce quella
della “Civiltà globale”
traguardo unico della
grande attesa
dall’Uomo e dal Pianeta.