DI DAMIANO MAGGIO, SOCIOLOGO Domanda: È possibile creare un agenda delle priorità dei cittadini? Mi pare di capire, da quello che leggo sulla stampa locale ma soprattutto sui social (richieste rivolte all’Amministrazione, commenti, lettere aperte) che questo sia lo stato d’animo sempre più crescente. Molti hanno delle cose da dire, tanti hanno da ridire e comunque va bene così, è tutto giusto e lecito perche la partecipazione è l’essenza della democrazia. La critica costruttiva aiuta a crescere e molte volte a correggere il tiro. Il resto è solo un pour parler, che di certo non aiuta e non giova a nessuno. Una volta si diceva: sono chiacchiere da bar, ma pochi sanno che quelle situazioni aggregative “di una volta”, hanno fatto la fortuna di molti analisti sociali e politici. Si può, allora, provare a dare voce ai bisogni dei cittadini? Io credo di si, anzi sono fermamente convinto che si debba. Ancora di più in questo particolare periodo storico assai fragile che ripercuote a cascata le sue debolezze su tutti i livelli, da quello personale (micro) a quello delle organizzazioni locali, nazionali e mondiali (macro). Ora, ne sono certo, nessuno di coloro i quali si occupano della “cosa pubblica” risponderà mai di no, e che anzi è prioritario e fondamentale prestare ascolto alle istanze dei cittadini, ma una cosa è la volontà, altra il metterci le mani, il rendere concreta e plasticamente operativa una metodologia realmente partecipativa. Cosa fare? Quali azioni mettere in campo? Ma soprattutto, e cosa di non poco conto: quanto spazio si vuole dare realmente ai cittadini? Si vogliono coinvolgere i quartieri? Si vogliono interessare le categorie professionali? Le classi d’età? I temi da affrontare sono numerosissimi: dalla mobilità, all’accessibilità, allo spazio pubblico da valorizzare, ma anche la realizzazione di iniziative culturali, la sperimentazione di progetti innovativi, ecc.). L’obiettivo è sempre quello di avvicinare le pratiche amministrative e l’approccio gestionale con i bisogni e le capacità dei cittadini. Un mutuo riconoscersi, capirsi reciprocamente ed insieme costruire dei percorsi. Come? Le pratiche ormai sono tante, diffusissime e di vario genere con nomi strani ma tutte, sostanzialmente, non fanno altro che aggregare (adesso si utilizzano anche strumenti telematici) i cittadini attivi, i così detti portatori di interesse organizzando sessioni tematiche sulle quali discutere fino ad arrivare a redigere un documento che altro non è che il punto di partenza per un aggiornamento continuo e sempre integrabile di bisogni, priorità e punti di vista. Si tratta di creare una cornice in grado di connettere i programmi e gli obiettivi dei cittadini e gli strumenti di programmazione dell’Amministrazione comunale. Si tratta di immaginare insieme il futuro della città.