I titoli di coda di “Ti mangio il cuore” scorrevano sul maxi schermo della sala Darsena de “La Biennale di Venezia giunta alla sua 79esima edizione, le luci stavo per riaccendersi, quando, ieri, un fragoroso applauso si è levato per il regista bitontino Pippo Mezzapesa. Un successo acclamato per il suo nuovo film dal 22 settembre nei cinema di tutta Italia.
A confermarlo, il magnifico rettore dell’Università di Foggia Giuliano Volpe: a fine proiezione, «lo dico subito: è un gran bel film. Mezzapesa si conferma un ottimo regista, originale, attento alle storie della sua Puglia e del Sud, capace di affrontare temi profondi in maniera colta, sensibile, appassionata, senza mai edulcorare la realtà». A distanza di quattro anni da “Il bene mio”, Mezzapesa torna a raccontare la sua regione con la sceneggiatura di Antonella Gaeta e Davide Serino. E non è tutto, perché c’è anche una traccia della sua terra natìa, Bitonto, con uno degli attori del suo cast: Gianni Lillo. Il film si ispira all’omonimo libro di Carlo Bonini e Giuliano Foschini e parla della cosiddetta “Mafia del Gargano”, focalizzando lo sguardo sulla prima pentita Marilena Camporeale innamorata di Andrea Malatesta, protagonisti interpretati rispettivamente dall’esordiente (al cinema) Elodie e da Francesco Patanè. Nella sinossi, si legge: “Puglia. Arso dal sole e dall’odio, il promontorio del Gargano è conteso da criminali che sembrano venire da un tempo remoto governato dalla legge del più forte. Una terra arcaica da far west, in cui il sangue si lava col sangue. A riaccendere un’antica faida tra due famiglie rivali è un amore proibito: quello tra Andrea, riluttante erede dei Malatesta, e Marilena, bellissima moglie del boss dei Camporeale. Una passione fatale che riporta i clan in guerra. Ma Marilena, esiliata dai Camporeale e prigioniera dei Malatesta, contesa e oltraggiata, si opporrà con forza di madre a un destino già scritto”. «Una storia difficile da raccontare -ha sottolineato Volpe- senza cadere nei cliché, negli stereotipi, anche perché della quarta mafia si sa ancora poco (il film è basato su un libro inchiesta molto approfondito e su una sceneggiatura molto solida). Una mafia arcaica, dura, violenta, che ha dato vita a faide infinite basate sulla vendetta di sangue, sulla base di regole non scritte alle quali nessuno osa opporsi. Ho colto un aspetto epico nel film, quasi ispirato alla figura di Elena e alla guerra troiana, con uno sconto senza fine tra famiglie/patrie/clan. Meraviglioso il bianconero: scelta perfetta per rappresentare quel mondo. Un film certamente da non perdere». Si unisce a questo plauso anche la comunità bitontina tutta e il professore Nicola Pice: «Bravissimo -ha detto-, Pippo, ero più che certo che il tuo ‘Ti mangio il cuore’ è un gran bel film segnato dalla grandiosità epica della narrazione e dalla potenza visiva del paesaggio e degli sguardi acuti dei suoi protagonisti. Ed ha di certo ragione Giuliano nel dire che ti riveli ancora una volta un regista capace di affrontare in maniera colta tematiche profonde e appassionate. E aggiungiamo pure la bravura di Antonella che ha partecipato alla stesura del film». «Sono fiero -ha concluso il sindaco Francesco Paolo Ricci- di come il lavoro ben svolto ripaghi nostri concittadini che danno lustro alla nostra terra portandola in giro per l’Italia e per il mondo in occasioni come questa. Pippo ti aspetto a Bitonto per presentare anche qui questo tuo ultimo lavoro, sono orgoglioso del tuo impegno».