Pare che sul posto si fossero recati già alcuni rappresentanti delle nostre istituzioni, promettendo un intervento tempestivo. E, invece, nulla. Almeno per ora. Insomma, l’importante monumento preistorico di cui vi parlammo due anni fa, tra Bitonto e Terlizzi è stato ritrovato da un nostro concittadino, letteralmente buttato nel parcheggio di una azienda.
La vicenda – strana, curiosa, inspiegabile – è accaduta ormai cinque anni fa. Una importante testimonianza storica lapidea, il Menhir del Vico scomparve e ricomparve improvvisamente fra Bitonto e Terlizzi. La raccontò con la consueta acutezza e altrettanta competenza Pasquale Fallacara sul gruppo culturale “Bitonto da riscoprire” su imbeccata di Mariateresa Foscolo. Già allora si augurava che la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia unitamente all’amministrazione comunale di Bitonto, territorio in cui ricadeva il prezioso manufatto, prendessero provvedimenti. O, quanto meno, riposizionassero l’opera nel sito originario.
Dunque, riproponendovi la storia di Fallacara, ci chiediamo, ora che un cittadino lo ha rintracciato lì abbandonato, quando sarà finalmente recuperato?
“Terzo menhir dell’ “Allineamento” della via intercomunale detta del “Vico” o “Boscariello”, uno degli antichi resti della centuriazione romana tra gli agri Robustino e Bitontino, dopo essere stato nel 2007 maldestramente abbattuto e lasciato riverso per mesi sulla fredda terra, a circa 35 cm dal manto stradale, un bel giorno scomparve nel nulla! Un tempo, il grigio monolite, ricoperto di licheni, svettava alto ed imponente tra gli ulivi argentei nelle campagne bitontine come documentato dai testimoni numero 47 e 48 C.d.B. e C.d.T. La sua esistenza è storicamente attestata da almeno settecento anni in quanto esso è citato in documenti del sec. XIII come pietra di riferimento (lapis terminalis) nelle operazioni di confinazione fra Bitonto e Terlizzi. Lo stesso viene riportato, unitamente al resto dell’allineamento, anche in una antica pianta topografica ottocentesca, in “scala di Palmi Napoletani”, opera dell’agrimensore “Stellacci”, detta dell’ “Anticone”, dalla quale si evince sia l’allineamento dei “fittoni”, posti sulla “via del confine”, sia la divisione del tenimento bitontino, con quello terlizzese.
L’allora Ispettore Onorario Beni A.A. Antonio Castellano, unitamente allo scrivente, dopo un congiunto sopralluogo sul posto, inviava segnalazione alle autorità competenti. Da allora nessuna notizia del vetusto menhir. Oggi dopo circa 10 anni il monolito “riappare” riverso sul suolo in via Italo Balbo nel territorio del Comune di Terlizzi, precisamente nei pressi del Mercato dei fiori, a seguito della segnalazione di Mariateresa Foscolo, sul gruppo facebook “Bitonto da Riscoprire“.
A seguito di questa inaspettata segnalazione lo scrivente ha inviato nuovamente segnalazione alle autorità competenti, al fine di poter recuperare l’antico monolite per riposizonarlo nel proprio luogo di origine. Noi tutti vogliamo augurarci che la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia unitamente all’amministrazione comunale di Bitonto, territorio in cui ricade il menhir, abbiano un pò più di riguardo verso le antiche strutture rurali, provvedendo, una volta riposizionato il menhir nel luogo di origine, a dotarlo di apposito cartello segnaletico-descrittivo, già presente su numerosi manufatti rurali situati nel territorio di Bitonto e in quello dei limitrofi comuni”