Il 13 giugno 1999 Bitonto arriva finalmente in Europa. Le elezioni europee di quell’anno, infatti, portarono, per la prima volta, un concittadino al Parlamento Europeo. Si trattò di Giovanni Procacci, eletto nelle fila del Democratici di Prodi con 3948 voti. Fu il più suffragato nella circoscrizione, nonostante la sua lista, con il suo 20,91%, fosse solo seconda, preceduta da Forza Italia con il 23,55%. Terza lista fu quella dei Democratici di Sinistra (15,71%), seguiti da Alleanza Nazionale che si presentò insieme a Patto Segni (8,86%), Partito Popolare Italiano (5,92%), Socialisti Democratici Italiani (5,50%), Democratici di Centro (4,63%), Lista Bonino (3,39%), Lista Dini (2,78%), Rifondazione Comunista (2,53%), Fiamma Tricolore (1,52%), Cristiani Democratici Uniti (1,51%), Lega Nord (0,07%).
La sua fu una “cavalcata di successo”, come ironizzò il vignettista Pierfrancesco Uva sulle pagine del “da Bitonto” raffigurando Procacci mentre cavalca l’asinello simbolo del partito di Prodi. Al Parlamento di Strasburgo Procacci ci rimase per tutto il suo mandato, fino al 2004, e ci ritornò nel 2005, quando Michele Santoro di dimise dalla carica di parlamentare europeo, lasciando il seggio a lui. Ma, questa volta, non ci rimase molto, perché, nel 2006, diede le dimissioni per candidarsi al Senato della Repubblica, dove rimase per la breve XV legislatura (2006-2008) e per tutta la XVI (2008-2013).
«Sono stati anni straordinari» ricordò Procacci in un’intervista rilasciata tre anni fa per questa rubrica, mostrando soddisfazione per l’allargamento ad est l’approvazione delle regole commerciali per i nostri prodotti, come vino, olio: «Il grande rammarico è stata la bocciatura della costituzione europea. Da quel momento c’è stata una regressione dell’Europa e del processo di integrazione. Anche per questo, nel 2006, ho accettato di candidarmi al Senato, lasciando un Parlamento Europeo che non era più in condizioni nemmeno di lottare per un’Unione più politicamente coesa».
Ma quell’appuntamento elettorale fu positivo solamente per il centrosinistra bitontino anche perché diversi suoi esponenti furono eletti nella geograficamente più vicina Provincia di Bari. Ben tre, per la prima volta in assoluto, come scrisse il “da Bitonto” nel numero di giugno di quell’anno.
Il 1999 fu, infatti, anche l’anno del rinnovo del consiglio provinciale. A sfidarsi furono il centrosinistra guidato da Marcello Vernola, il centrodestra con Antonio Matarrese, Pantaleo Magarelli candidato per Cristiani Democratici Uniti, Michele Ladisa (Gruppo Indipendenti – Libertà), Giuseppe Incardona (Fiamma Tricolore), Raffaele Belardi (Partito Socialista), Alfonso Pisicchio (Lista Dini), Domenico Pantaleo (Partito Repubblicano Italiano e Udeur).
A vincere fu il candidato presidente di centrosinistra Vernola che ottenne il 50,36% al primo turno e il 59,50% al ballottaggio. Niente da fare per Mattarrese, fermo al 39,80% al primo turno e al 40,50% al ballottaggio.
Francesco Carelli (Democratici di Sinistra) fu, infatti rieletto con 3061 suffragi (15,69%), mentre i nuovi arrivati furono Giacomo Schiraldi (Democratici) per il collegio Bitonto I (2876 voti corrispondenti al 14,74%) e Nicola Terlizzese (Democratici) per il collegio Palo – Bitonto II (454 consensi corrispondenti al 7,49%). Niente da fare per l’attuale sindaco Francesco Paolo Ricci che, in quell’anno, scese per la prima volta in campo con il Partito Popolare Italiano. Con i suoi 1770 voti (9,07) non riuscì a prevalere nel collegio Bitonto I.
«Fu la mia unica sconfitta, ma anche la campagna elettorale più bella» ebbe modo di ricordare Ricci nel corso della campagna elettorale delle settimane scorse.