C’è anche la (nuova) scuola “Giovanni Modugno” di Bitonto tra le 212 che verranno realizzate, completamente innovative e sostenibili, ed entro il 2026, grazie a un finanziamento nazionale di quasi 1,200 miliardi di euro (al Mezzogiorno è stato assegnato il 42,4 per cento dei fondi) da parte del ministero della Pubblica Istruzione. Disco verde, allora, al finanziamento chiesto a gennaio dall’amministrazione di Michele Abbaticchio, che aveva deciso di candidare l’Istituto comprensivo in questione in quanto, nonostante le non poche verifiche sismiche effettuate, sconta un livello di obsolescenza fisica, tecnologica e funzionale che lo rende inadeguato a garantire gli attuali standard normativi anche in tema di efficientamento energetico. Non è tutto, perché, secondo la relazione fornita dal Comune, l’edificio, sotto l’aspetto squisitamente strutturale, ha raggiunto la fine del suo periodo di vita utile e l’adeguamento statico – sismico dell’edificio scolastico è incompatibile con la conservazione di gran parte delle componenti architettoniche. Da Palazzo Gentile hanno ritenuto di percorrere la strada della sostituzione edilizia perché tale scelta garantisce che il nuovo edificio potrà contare su caratteri costruttivi, distributivi e tecnologici di nuova concezione; rispondere pienamente agli standard normativi in materia di edilizia scolastica; ospitare nuove funzioni scolastiche/didattiche/assistenziali. E hanno chiesto un finanziamento, tramite fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, pari a poco meno di tre milioni di euro.
Cosa accadrà adesso? Per la progettazione di questi interventi, il Miur ha indetto un concorso finalizzato all’acquisizione di proposte ideative e progettuali per la realizzazione delle nuove scuole. Il concorso, che si rivolge a ingegneri e architetti, si divide in due fasi: nella prima, i partecipanti dovranno elaborare proposte ideative per la costruzione delle nuove scuole; nella seconda, invece, ci sarà la realizzazione di progetti di fattibilità tecnica ed economica che saranno valutati da un massimo di 20 commissioni. ll progetto migliore per ciascuna delle 212 aree riceverà un premio e diventerà di proprietà degli enti locali beneficiari che provvederanno ad affidare le fasi successive della progettazione e i lavori.