Nell’ultimo appuntamento di questa rubrica, abbiamo parlato dell’Ulivo di Romano Prodi, coalizione di centrosinistra che fu tra i due principali protagonisti della nuova stagione del bipolarismo. Nacque nel 1995, in contrapposizione all’altro grande protagonista, comparso sulla scena politica italiana già l’anno precedente: il Polo delle Libertà.
Il Polo delle Libertà fu la coalizione elettorale di centrodestra che si presentò, per la prima volta, in occasione delle elezioni politiche del 1994 a sostegno di Silvio Berlusconi. Ne facevano parte principalmente Forza Italia e Lega Nord, ma anche i radicali della Lista Pannella. All’inizio, si presentò unicamente nei collegi uninominali centro-settentrionali. Al centrosud, invece, si presentò, al suo posto, il Polo del Buon Governo, che a differenza dell’originale, comprendeva Forza Italia e Alleanza Nazionale. Entrambe le coalizioni sostenevano la leadership di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia. In tutte e due le coalizioni, inoltre, erano presenti esponenti del Centro Cristiano Democratico e dell’Unione di Centro.
Alle due principali coalizioni, poi, si aggiungeva anche il Patto per l’Italia coalizione elettorale (successivamente confluita nell’Ulivo) di centro nata sempre in occasione delle elezioni politiche del 1994 per sostenere Mariotto Segni alla presidenza del consiglio dei ministri e formata da Partito Popolare Italiano, Patto Segni, Partito Repubblicano Italiano, Unione Liberaldemocratica e indipendenti socialisti e socialdemocratici.
Ma torniamo nel centrodestra. Di Polo della Libertà si iniziò a parlare già nel 1993, quando il leader della Lega Nord Umberto Bossi coniò l’espressione per indicare la coalizione che si sarebbe dovuta opporre ai “bolscevichi all’italiana”, al centrosinistra guidato dal Partito Democratico della Sinistra, principale erede dell’ex Partito Comunista Italiano.
Nel gennaio 1994, sempre dalle fila della Lega Nord, Roberto Maroni parlò di un polo della libertà da intendersi come “casa comune dei socialdemocratici”.
Ma a dare l’ufficialità alla coalizione fu la discesa in campo del suo leader che, nel famoso discorso del febbraio 1994, parlò espressamente di polo delle libertà: «Il movimento referendario ha condotto alla scelta popolare di un nuovo sistema di elezione del Parlamento. Ma affinché il nuovo sistema funzioni, è indispensabile che al cartello delle sinistre si opponga, un polo delle libertà che sia capace di attrarre a sé il meglio di un Paese pulito, ragionevole, moderno. Di questo polo delle libertà dovranno far parte tutte le forze che si richiamano ai principi fondamentali delle democrazie occidentali, a partire da quel mondo cattolico che ha generosamente contribuito all’ultimo cinquantennio della nostra storia unitaria. L’importante è saper proporre anche ai cittadini italiani gli stessi obiettivi e gli stessi valori che hanno fin qui consentito lo sviluppo delle libertà in tutte le grandi democrazie occidentali».
La prima competizione elettorale a cui si presentò il nuovo soggetto politico fu quello del ’94 in cui, ricordiamo, il centrodestra di Berlusconi ottenne una storica vittoria. Per opporsi ad esso, il centrosinistra diede vita, nel 1995, all’Ulivo, vincendo nel successivo appuntamento elettorale nazionale del 1996, dopo che la crisi tra Forza Italia e Lega Nord aveva interrotto il primo governo Berlusconi. E, di conseguenza, anche l’esperienza del Polo delle Libertà, che risorse nel ’96 come Polo per le Libertà, replicando su scala nazionale l’esperienza del Polo del Buon Governo e includendo, questa volta, anche Alleanza Nazionale, mentre la Lega Nord assicurò il suo appoggio esterno dal 2000, anno in cui il Polo si trasformò ancora una volta, divenendo Casa delle Libertà. La nuova coalizione ottenne la sua vittoria nel 2001 e governò fino al 2006, dissolvendosi nel 2008, per confluire, poi, nel Popolo delle Libertà, restato in attività fino al 2013, quando una serie di crisi e insuccessi elettorali portò alla definitiva conclusione della coalizione e al tentativo di rilanciare Forza Italia.
Come per l’Ulivo con Giuseppe Rossiello e Giovanni Procacci, anche la coalizione di centrodestra riuscì ad eleggere i suoi esponenti bitontini nei due rami del Parlamento. Nel 2001 fu Forza Italia a mandare al Senato della Repubblica Giuseppe Degennaro, già deputato per la Dc. Non riuscì però a finire il mandato, morendo nel 2004. Alla Camera dei Deputati, per pochi giorni, Cettino Trotta , nel 1994, riuscì a farsi eleggere. Ma il successivo riconteggio diede il seggio a Nichi Vendola portando a quello che lo stesso Trotta definì “scippo elettorale”.