L’autorizzazione di ammissione al servizio, firmata dalla dottoressa Rosella Squicciarini, direttore del Distretto Socio-Sanitario 3, è datata 17 febbraio. Eppure il Trasporto Socio-Riabilitativo di persone disabili non è stato mai garantito.
Da mesi, quattro bitontini, destinatari del servizio di riabilitazione della Lega del Filo d’Oro, sono costretti a raggiungere Molfetta solo grazie all’aiuto delle loro famiglie.
“Lo spostamento quattro volte al giorno, con mezzi propri, richiede un impegno non indifferente, considerando l’età e le problematicità dei ragazzi dovute alle loro patologie, che rende difficile la gestione del trasporto in autonomia” denunciano i loro genitori non più giovanissimi.
Sono loro, infatti, a dover accompagnare alla struttura molfettese dal lunedì al venerdì i loro figli, tutti dai 30 ai 50 anni, a cui è stata riconosciuta una disabilità in stato di gravità.
“Qui seguono attività differenti, in base al proprio piano individuale – racconta una mamma – che portano grandi benefici”. Una carezza che permette di alleviare le loro sofferenze, a cui non è nemmeno immaginabile rinunciare. “Per questo, nonostante problematiche personali e i tanti sacrifici necessari, facciamo il possibile per accompagnarli”.
Sino a dicembre, il trasporto, attivato già nel 2010, era sempre stato garantito.
“Per 11 anni, ha funzionato perfettamente” commentano le quattro famiglie. Ogni giorno, il piccolo pullman della ditta autonoleggi Diuglio srl faceva tappa presso le loro abitazioni a Bitonto e nella frazione di Mariotto, per condurli al centro alle 9 e poi per riaccompagnarli alle 15.
Anche in piena pandemia, il servizio non ha conosciuto stop.
“A dicembre 2021, poi, mi hanno informato che gli altri tre ragazzi non sarebbero andati al centro per poter trascorrere le feste natalizie in famiglia, e che quindi non potevano garantire il servizio solo a mio figlio” confessa una mamma. “Da allora, però, nonostante il rientro degli altri, non è più partito”.
La causa dell’interruzione del trasporto socio-riabilitativo, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe di carattere economico. Con i rincari dovuti alla crisi legata alla pandemia prima e alla guerra russo-ucraina dopo, i costi sarebbero lievitati e diventati insostenibili per i gestori. Problema a cui le stesse famiglie hanno proposto di far fronte, contribuendo in qualche modo a saldare le spese in eccesso. Ma alle tante lettere e pec inviate ai vertici ASL, agli Uffici del Servizio Sociale del Comune di Bitonto e alla stessa Digiulio srl, non è seguita nessuna risposta.
“Vogliamo solo che il servizio venga ripristinato al più presto” commentano le famiglie disperate.
A tender loro la mano, ci sta pensando però la Rete Organizzazioni Area Disabilità (ROAD) di Bitonto. In attesa che la situazione si risolva, il network sta cercando di attivare un taxi sociale a pagamento.