Entro l’8 luglio, si concluderà la prima parte del processo “Levante”, sul presunto riciclaggio internazionale di denaro derivante da evasione fiscale e frode sulle forniture di carburante.
Ottanta le persone coinvolte, tra cui alcuni bitontini.
Di questi, 28 hanno chiesto di patteggiare condanne tra 4 e 2 anni di reclusione. In 18 invece hanno chiesto il rito abbreviato, tutti gli altri invece avranno un’udienza preliminare.
Il procedimento si sta celebrando nell’aula bunker di Bitonto dinanzi alla gup del Tribunale di Bari Ilaria Casu. Nella scorsa udienza si erano costituiti parti civili il Ministero dell’Economia e Finanza e l’Agenzia delle Entrate. I pm che hanno coordinato le indagini, Fabio Buquicchio e Bruna Manganelli, contestano a tre avvocati, un commercialista, imprenditori, oltre a esponenti del clan mafioso Parisi di Bari, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all’autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al contrabbando di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di droga e alla detenzione illegale di armi con aggravante mafiosa.
Un giro d’affari illecito calcolato di circa 170milioni di euro.
Ai vertici dell’organizzazione ci sarebbe anche Emanuele Sicolo, che avrebbe richiesto il rito abbreviato, condizionato però dall’interrogatorio che dovrebbe svolgersi l’8 giugno. Come lui, anche l’imprenditore bitontino Francesco Giordano, il cui interrogatorio sarà già il 1° giugno.
Di frode fiscale, sarebbe invece accusato il commercialista Francesco Paolo Noviello, che avrebbe richiesto di patteggiare.
Il calendario di udienze prevede due date, il 16 e il 30 giugno, per le discussioni degli abbreviati e dell’udienza preliminare prima della sentenza attesa a luglio.