L’Università di Bari ospita un importante convegno internazionale di studi per il Traetta Opera Festival di Bitonto diretto da Vito Clemente. L’appuntamento, coordinato dal musicologo Lorenzo Mattei, è in programma nell’aula magna dell’ateneo barese lunedì 16 maggio (ore 9.30), dove numerosi esperti porteranno il proprio contributo al tema «Tommaso Traetta e l’opera napoletana. Nuove prospettive», simposio finalizzato ad approfondire il ruolo del compositore pugliese nel contesto partenopeo. La storiografia del melodramma ha, infatti, legato il nome di Tommaso Traetta soprattutto alla stagione parmense che precorse quella viennese di Gluck e Calzabigi nell’attuare una riforma dell’opera seria nella seconda metà del Settecento incentrata sulla commistione tra drammaturgia italiana e francese. E, in effetti, la centralità all’interno della carriera di Traetta dei suoi lavori commissionati dal Ducato di Parma resta innegabile, anche se molti altri aspetti attendono di essere indagati. Ma mentre studi recenti sono stati dedicati alle opere scritte per Vienna e altri sulla produzione veneziana, il periodo napoletano e l’apporto di Traetta alla tradizione seria e comica partenopea attendono nuove indagini, così come anche il repertorio comico del musicista bitontino, recuperato all’ascolto grazie al meritorio contributo del Traetta Opera Festival di Bitonto che ha commissionato il convegno in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari che la ospita.
Ad aprire il simposio, alle 9.30, il coordinatore Lorenzo Mattei, docente dell’Università di Bari, i cui saluti istituzionali verranno seguiti alle 9.45 dalla prolusione di Raffaele Mellace dell’Università degli Studi di Genova e consulente del Teatro alla Scala. Previsti in mattinata diversi interventi, a partire da quello di Paologiovanni Maione del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli su «Traetta al Teatro Nuovo di Napoli» (ore 10.15), mentre Eric Boaro dell’Università di Nottingham relazionerà sulle «Nuove fonti lombarde per lo studio della musica sacra e dei primi melodrammi di Traetta» (ore 10.45). Subito dopo, Francesca Menchelli del Conservatorio Sala di Benevento parlerà de «La ripresa napoletana dell’Ifigenia di Jommelli con gli interventi di Traetta» (ore 11.30), seguita da Paolo Russo dell’Università di Parma, chiamato a ragguagliare sulle traduzioni di Castor e Polluce, i due personaggi dell’antica Grecia sulla cui mitologia Traetta elaborò l’opera «I Tindaridi» (ore 12).
La sessione pomeridiana, condotta da Dinko Fabris, docente dell’Università della Basilicata e consulente del Teatro San Carlo di Napoli, si aprirà con l’intervento di Attilio Cantore della Statale di Milano (ore 15). Quindi, Luca Rossetto Casel del Conservatorio di Novara illustrerà gli aspetti dell’opera di Traetta «Enea nel Lazio» ore 15.30), mentre Paolo De Matteis del Conservatorio di Cosenza punterà sulle sperimentazioni formali e drammaturgiche della «Sofonisba» che Traetta musicò su libretto di Mattia Verazi (ore 16). Il convegno si concluderà con una discussione finale sui temi trattati e un concerto cui, alle ore 17, daranno vita il soprano Angelica Disanto e il clavicembalista Michele Visaggi, nella cui interpretazione si ascolteranno musiche di Traetta da «Il cavaliere errante», dallo «Stabat Mater» e dall’«Antigona», l’opera che il 3 luglio chiuderà l’edizione 2022 del Traetta Opera Festival.
L’ingresso è libero.