DI ANGELA ANIELLO
L’11 maggio gli alunni di alcune classi dell’I. C. Sylos, guidati dalle docenti di Lettere Napoli Maria Concetta, Giorgio Benedetta, Fornelli Concetta, Noviello Annalisa, Masiello Maddalena e Monopoli Pasqua, hanno incontrato con grande partecipazione in Aula Magna il bravissimo scrittore, Paolo Di Paolo, autore del libro “I classici compagni di scuola”.
La Dirigente, Prof.ssa Filomena Bruno, si è dichiarata entusiasta di questo incontro in presenza dopo due anni di pandemia: i volti incuriositi, emozionati, gli occhi illuminati degli alunni e le parole profonde, incisive, coinvolgenti dell’autore hanno impreziosito ogni momento.
Ha moderato l’incontro, la Prof.ssa Angela Aniello, referente del Progetto Lettura ed Educazione.
Il libro presenta in maniera molto interessante e originale i classici compagni di scuola, quelli che non si dimenticano, quelli che restano accanto con un tratto peculiare, quelli che invitano a soffiare quando si ha paura, perché tanto la tempesta poi passa.
Questi affascinanti compagni di scuola hanno trasportato gli alunni in un mondo talora fantastico, talora eroico, sicuramente pregno di valori e sentimenti, concedendo una dilatazione della dimensione spazio-tempo attraverso il campo dell’immaginazione.
Tante le domande che gli alunni hanno posto all’autore cercando di sviscerare il messaggio più prezioso del testo e di comprendere passaggi significativi.
Sicuramente leggere, come ha affermato l’autore, è fondamentale per comprendere il significato della vita.
La lettura è un viaggio meraviglioso che consente di “far entrare nella nostra vita molte più persone di quelle che riusciamo a incontrare per strada, di intrattenersi con bambini, adolescenti, adulti, vecchi e con il mistero di ciascuno, di lasciarsi toccare da queste esperienze, di lasciarle depositare in noi”.
È questa educazione sentimentale che trasforma, che mette in discussione, che interroga, che provoca e spinge il lettore a “svegliarsi”, a sconfinare per scorgere il miracolo e accoglierlo.
Alla base di tutto c’è un perché e la sua interpretazione: i gesti come le parole diventano iniezioni di fiducia e chiavi di stupore. L’importante non è riempire il tempo ma dargli un significato, essere al contempo luogo e non luogo, attraversare lo spirito di libertà ed appropriarsene empaticamente.
La meraviglia di essere vivi è una delle scoperte più belle in una terra di mezzo, qual è l’adolescenza, dominata da grandi contrasti, da grandi passioni e da grandi solitudini. Dietro ogni principio di ribellione c’è una richiesta che va colta e accolta, c’è un bisogno di stare al mondo essendo accettati per quello che si è, senza pregiudizi.
Il grande invito lanciato ai ragazzi è quello di difendere la parte più autentica e più pura di noi, senza dimenticarsi del mondo e del meglio di cui siamo capaci.
Dobbiamo rifuggire la sconfitta dell’immaginazione, dobbiamo lasciare intatti i sogni, le speranze, i desideri, inseguire sempre una possibilità di riscatto, combattere tutto ciò che ci opprime.
Il punto a volte è una ferita o le lacrime che affiorano come piccoli fiumi carsici o le ingiustizie e i soprusi.
Subentrano allora i superpoteri, le risorse interiori di ciascuno come un misterioso carburante per reagire alle avversità proprio quando ci sembrano insormontabili.
Come volare verso l’Isola che non c’è? Bisogna essere contenti di crescere come Wendy o restare sospesi dimenticando le preoccupazioni come Peter Pan?
L’importante è essere sempre pronti a ripartire salvando un pizzico di fantasia ad ogni età infilando nella cornice del cuore specchi di vera bellezza.
Capovolgere il cuore, essere gentili, avere coraggio, questo il monito di Anne Frank nell’ultima pagina datata martedì 1 agosto 1944, quando il futuro sembra ancora una promessa.
Noi siamo una somma di possibilità che devono incontrarsi per cominciare a condividere, sbattendo fuori dalla porta un eccesso di chiacchiere. Come in una sorta di condominio in cui si ha voglia di capirsi al volo, di ridere, di non sentirsi soli nell’incertezza.
Questi “classici compagni di scuola” ci hanno raccontato i loro segreti e hanno anche risposto ad alcune domande. Insomma, come insegna Paolo Di Paolo, non smettiamo mai di rileggere gli eventi e di riconoscerci forse migliori, forse più inclini a metterci in cammino.