Michele Ruggiero, Il fiore di Cyrene. Carme in lode di San Filippo Neri di Giulio Cesare Stella, 1622, Prefazione di Mons. Francesco Savino, JOYPRINT Bari, 2022, pp. 224, euro 18,00. «Qui ora l’intera città di Roma, ponendosi in ginocchio davanti al tuo sepolcro, in Te assai confida, e sollecita il tuo intervento risolutore dei propri affanni». E la cappellina in cui è ancora posta la tomba dell’umile prete, all’interno della magnificenza della ricostruita Basilica di Santa Maria in Vallicella a Roma, diviene meta ininterrotta di sbandati e pellegrini a gran voce rinnovando l’implorazione di aiuto al loro Don Pippo, nel frattempo portato agli onori dell’altare. Il 12 marzo 1622, nella solennità della Basilica vaticana di S. Pietro, Filippo Neri veniva infatti proclamato Santo con una insolita procedura che univa cinque candidati alla canonizzazione in un unico rito. E l’arguzia popolare commentava che quattro spagnoli erano i canonizzati a cui si aggiungeva un santo, il loro ‘prete di strada’. La plebe di Roma aveva visto Neri in vita aggirarsi per le polverose vie della antica città papale, ancora a tarda età, a tutte le ore, sempre pronto a donare un sorriso, ad elargire un aiuto, ad offrire una parola buona; e nessuno a lui si negava perché ognuno aveva una lacrima da asciugare, un dolore da sopportare, una morte da consolare. Anche il poeta Stella, da piccolo orfano di padre ma vegliato dalla sapienza di don Filippo Neri, ha ancora in età adulta, da invocare la protezione del Santo. La morte gli ha appena sottratto il caro fratello, Giovanni Battista, il “Monsig. Vescovo di Bitonto”. E lo fa con la consueta perizia poetica, componendo in breve un panegirico di elevata potenza immaginifica e fascino scritturale, in un Carmen di ben 404 esametri, a gloria del suo San Filippo Neri, Il Fiore di Cyrene dai profumati colori dell’innocenza e del martirio. Colori già vivi, ora insudiciati, di un fiore dissacrato, sformato ed infangato, ed infine deriso lungo le ucraine strade disselciate di Hirpin, Bucha, Borodyanka, Mariupol’, per il sinistro passaggio di immondi “angeli della morte”. Ed è per questo, nel IV Centenario di canonizzazione di Filippo Neri e di composizione del carme, ci uniamo in solidale comunione nel sollecitare un intervento risolutore dei nostri affanni collettivi, dal Santo… e, più direttamente da Lui ispirati, da quanti hanno tra le mani il destino dell’umanità sull’orlo della catastrofe apocalittica, con la riproposizione dei valori che in vita il Santo della gioia ha praticato, “prossimità, solidarietà, compassione, umiltà, dignità, delicatezza, tatto, ascolto, autenticità, pazienza, perseveranza…“.