DI MIMMO RUBINO
Dunque, dalle notizie appena diffuse su quotidiani on line riguardo il processo in corso che vede coinvolti i giocatori indiziati del Bitonto calcio, possiamo ritenere che la società neroverde non c’entrava nulla con le accuse ricevute riguardo atti illeciti nel campionato di calcio 2019-20, perché non ci sarebbero stati dirigenti del Bitonto coinvolti nella “combine”, a seguito della quale è scattata la “responsabilità oggettiva” della società.
Nel processo ordinario, infatti, appare non coinvolto il De Santis del Bitonto (il De Santis menzionato è l’ex del Potenza) e neppure il Presidente Rossiello.
Nel 2020 il carteggio fu inviato dalla Guardia di Finanza anche alla Figc per sua competenza;
la Procura Federale coinvolse inspiegabilmente sia il sig. De Santis del Bitonto, il quale peraltro all’epoca dei fatti non appariva dirigente della società sportiva bitontina , sia il Presidente, il quale non fu oggetto di indagine da parte delle Fiamme gialle perché non risultava alcuna telefonata intercorsa tra lui ed i giocatori. L’onestà e il rigore del Presidente Rossiello, per la cronaca, fu subito rivelata dalle intercettazioni allorquando, uno dei giocatori accusati fra le altre cose disse: “Se lo sa il presidente… !”
Viceversa, sempre nel 2020, il Procuratore Federale della Figc, rispetto al Tribunale ordinario, rinviò a giudizio anche il Presidente Rossiello, poi, completamente assolto perché fu acclarato che non era a conoscenza dei fatti.
Pare che, quando il Presidente Rossiello fu assolto in 2° grado, il legale del Foggia, avvocato di lungo corso e che aveva fatto salvare a suo tempo il Savona per la combine nella partita con il Teramo per la mancanza di responsabilità oggettiva da parte dei liguri, fosse preoccupato che a carico del Bitonto non sarebbe più scattata la responsabilità oggettiva e quindi la penalizzazione da lui richiesta, la quale avrebbe favorito invece il Foggia.
La realtà a noi nota, purtroppo, è stata un’altra: rimasto il capo di accusa nei confronti di De Santis del Bitonto, scattò nel 2020 la responsabilità oggettiva della società.
Sic stantibus rebus, il processo, a seguire, si svolse in poco tempo con condanna definitiva per la società, che certamente sperava in un altro verdetto a tal punto che aveva già fatto l’iscrizione in serie superiore, ovvero serie C.
Cui prodest? Certamente questa vicenda e le sue conseguenze hanno creato un danno enorme alla città ed alla società.