È andato in onda il 15 gennaio su Rai Storia ed è ora online, sulla piattaforma RaiPlay, il documentario “Gli uomini di Altamura. Memorie da un campo di prigionia” diretto da Eugenio Farioli Vecchioli, con la scrittura di Brigida Gullo. Un’opera a cui ha contribuito, con le immagini, anche il bitontino Lorenzo Scaraggi, con la sua agenzia Omero su Marte, che da qualche tempo è fornitrice Rai.
Il documentario fa parte della serie “Italia, viaggio nella bellezza”, un itinerario alla scoperta del patrimonio culturale italiano, per conoscere quello che il passato ci ha lasciato e quanto stiamo facendo per tutelarlo e conservarlo. Un programma realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura, che da anni racconta in lungo e in largo il nostro paese.
Dalla durata di 50 minuti, l’opera racconta la storia di Campo 65, nel comune di Altamura, che fu il più grande campo di concentramento per prigionieri alleati in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Oggi i pochi resti sono oggetto di studio e ricerca dell’archeologia contemporanea, che scava a pochi centimetri dal suolo, e fa emergere le tracce di uno dei momenti più drammatici della storia del ‘900.
Campo 65 ospitò i prigionieri alleati catturati a El Alamein, i partigiani jugoslavi, i profughi provenienti dall’Istria, di cui tra qualche giorno sarà ricordata la vicenda, in occasione della Giornata del Ricordo. Dopo anni di abbandono, che hanno lasciato ben poco di quel che c’era un tempo, oggi è un luogo della memoria curato dall’associazione “Campo 65: prigionieri di guerra”.
Nel documentario si parla anche di altre storie. Storie che riguardano anche Bitonto, come quella delle basi Jupiter, delle quali una era ubicata sulla Murgia, al confine tra Altamura e Bitonto e, oggi, è nota come “campo dei missili”, per la presenza, fino ai primi anni ’60, di missili puntati contro Mosca. Una storia che più volte abbiamo raccontato tra le pagine, cartacee e telematiche, del Da Bitonto.
«Devo confessare – scrive Scaraggi – che con questa collaborazione ho realizzato un sogno che avevo da tempo: vedere le mie immagini su un canale, Rai Storia, che seguo da quando esiste e che per me ha sempre costituito un punto di riferimento con i suoi documentari. A questo si aggiunge il grande onore di aver preso parte a un racconto ambientato nella mia Puglia, la Puglia meno conosciuta, quella della Murgia, la Puglia dei luoghi meno noti che oggi reclamano la propria narrazione».
È la seconda puntata di “Italia, viaggio nella bellezza” a cui il bitontino ha fornito il proprio contributo. La prima, andata in onda l’11 dicembre, è intitolata “Il sacro Gargano” e racconta le meraviglie di quel promontorio sito nella parte settentrionale della Puglia, «di fatto una montagna sacra, fatta di boschi e di mare, che nei secoli hanno ospitato molte popolazioni. È una natura che qui respira all’unisono con una sacralità ancestrale. Un’onda che dall’antichità si protrae fino al presente. Tracce, segni, ruderi e reperti di una storia millenaria consentono di respirare un’aria di devozione e spiritualità, ma anche di arte, di storia e di maestria artigianale. Dall’isolotto di Santa Eufemia a Vieste alla Siponto invisibile. Dalla terra dei Dauni, uno sperone di roccia a picco sulla baia di Mattinata, fino al Santuario di Monte Sant’Angelo dove nella sua grotta l’Arcangelo brandisce la sua spada contro il male».