Residenza sanitaria assistenziale (Rsa). Sarà questo il futuro dell’Azienda servizi alla persona (Asp) “Maria Cristina di Savoia”, anni fa fiore all’occhiello della città e non solo poi diventato inno al degrado e adesso dimora di otto cooperative sociali, tra cui “Eughenia” con tanto di polo di ascolto, supporto e sostegno psicologico (“Il faro”). Il prossimo passaggio è stato definito dal servizio Territorio di Palazzo Gentile, che ha autorizzato la cooperativa sociale “Innotec” a realizzare il progetto, già presentato due anni e mezzo fa. Tutto parte ad aprile 2021,quando la società ha recapitato al Comune la volontà di dar vita, a una “casa” di mantenimento per soggetti non autosufficienti con ben 90 posti letto: 60 da destinare agli anziani e i restanti 30 a pazienti affetti da demenza. L’allora responsabile del servizio Territorio ha sottoposto l’idea progettuale alla Regione Puglia, affinchè si procedesse alla verifica della compatibilità al fabbisogno regionale. Il disco verde è arrivato a fine di quell’anno, con gli uffici regionali che avallavano la proposta ma hanno chiesto integrazioni per via di alcune carenze rilevate. Che la cooperativa molfettese ha sanato oltre a trasmettere altre carte propedeutiche. L’autorizzazione concessa Palazzo Gentile (e confermata dal sindaco Francesco Paolo Ricci, ndr) come regalo di Natale potrebbe segnare l’avvio per lo storico immobile datato 1852, per un futuro diverso da un recente passato pieno zeppo di debiti, decreti ingiuntivi, pignoramenti per conto terzi e stipendi (con trattamento di fine rapporto) non pagati agli ex 17 dipendenti. L’Asp, infatti, per via dei debiti milionari contratti negli ultimi decenni della sua attività, ad aprile di cinque anni fa è stata commissariata dalla Regione e perciò, su decreto di nomina del governatore Michele Emiliano, è Marco Preverin a guidare l’ente nel processo di risanamento. Un percorso difficilissimo a causa di problemi enormi e difficili da sbrogliare, come quella del Palazzetto dello Sport adiacente, costruito su un suolo in parte di competenza dell’Istituto stesso, quindi dell’ex Provincia e in parte comunale, murato dopo anni di abbandono e di degrado. La questione è arrivata anche durante l’ultimo Consiglio comunale, con una interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia Ivan Lorusso.