Il Circolo Fotografico Bitonto con il Patrocinio del Comune di Bitonto è lieto di presentare la Mostra Fotografica Collettiva a tema Onirico: messaggi dall’inconscio, visioni surreali.
INAUGURAZIONE Sabato 25 Novembre alle 19.30 presso il Torrione Angioino in Piazza C. Cavour, Bitonto (BA), con l’intervento del sindaco avv. Francesco Ricci e le Autorità.
Il Torrione Angioino accoglierà nel suo splendido contesto le numerose opere fotografiche a tema onirico di 18 soci del Circolo Fotografico Bitonto: Abbattista Gaetano, Amendolagine Pasquale, Binetti Francesco, Bonasia Gaetano, Burgio Giovanni, Conte Walter, Copeta Fabio, De Chirico Francesca, De Palo Giacinto, Depergola Nicole, Fallacara Teresa, Grumo Antonella, Lisi Anna, Pagone Cristina, Robles Mariangela, Stellacci Maria, Tullo Franco, Verriello Mari.
La fotografia è un’arte che cattura la realtà, ma anche un mezzo per esplorare il mondo dei sogni. In questa mostra, vi invitiamo a entrare nel regno dell’onirico, dove la fantasia si mescola alla memoria, il simbolico al surreale, il conscio all’inconscio. Qui troverete immagini che vi sorprenderanno, vi emozioneranno, vi inquieteranno o vi faranno riflettere. L’esposizione è un vero percorso di immagini intrecciate a installazioni di un vissuto nel sogno, un universo potente, creativo, che trascina l’osservatore in un mondo visionario. Onirico è molto più di un viaggio emozionale.
FINISSAGE Sabato 16 Dicembre alle 18.30 con l’ospite d’onore Angelo Ferrillo che discorrerà di Fotografia Autoriale: Studio del Linguaggio e Percezione visiva fra i vari generi in fotografia. Ferrillo è uno dei più grandi esponenti del panorama della fotografia italiana, Docente di fotografia nelle accademie IED Milano e RAFFLES Milano, docente di editing e ricerca iconografica per Creative Campus, docente di fotografia di strada presso Officine Fotografiche Milano, docente di progettazione fotografica e documentazione presso Foto Scuola Lecce, della quale è anche coordinatore didattico.
Ingresso libero.
Per Nicola Pice si tratta di una mostra ricca di immagini surreali dal forte impatto emotivo e svela una capacità espressiva elegante e stimolante nelle sue diverse connotazioni di senso allegorico e metaforico: «Gli autori di queste foto, seguendo i fili dell’analogia o della metamorfosi, abilmente mossi per creare un contrastante gioco di luce/ombra e di scrupolose angolazioni, riescono a catturare lo sguardo dell’osservatore e a trasferirlo al di là del visibile entro una dimensione onirica. Va da sé che l’intellettualizzazione straniante delle immagini iperrealistiche col loro potenziale espressivo ed emozionale non esclude una riflessione morale e al tempo stesso estetica. Del resto, la fotografia è pur sempre una scrittura di luce che nasce nella mente ancor prima di essere poliedricamente realizzata con lo scatto.
I nostri fotografi, ponendosi tra finzione e realtà, ci spronano a non concentrarci sull’aspetto più effimero e superficiale della realtà, nella ferma convinzione che essa nasconde ben altro. Così come pensava Trent Parke: “Io uso la fotografia come uno strumento di indagine su me stesso e l’umanità. La macchina fotografica mi aiuta a vedere in profondità”.
E lo scavo si porta ad indagare nella nostra mostra aspetti del quotidiano, magari l’amore (come attrazione fatale) o il sogno (come svelamento della natura delle cose) in quanto fatti rilevanti dell’esistenza, proiettati verso la follia (‘divina mania’ la chiamavano i Greci) ovvero quella forza capace di rompere la gabbia della razionalità e liberare da ogni forma di convenzione sociale.
Nascono così immagini surreali sorgenti da paure, smarrimenti, illusioni, speranze, visioni che si sedimentano nel nostro io. Spesso si incrociano come in un acrobatico caleidoscopio e danno luogo a narrazioni fantasiose che si dipanano con ritmo frenetico in libera associazione o in forma ermetica. Una imprevedibile fantasmagoria sfrenata sciolta dalla realtà pronta a porre perplessità interrogative fino a quando non si cerca di portarne l’enigma in superficie.
Queste fotografie ‘surrealiste’ con il loro gioco di ambiguità fanno emergere non pochi aspetti profondi e sorprendenti della quotidianità: sono foto che vanno lette come ambigue e morbose espressioni di situazioni esistenziali e dei vari e contrari aspetti della vita. È un modo di reagire all’immagine stereotipata della realtà e di proporsi una alternativa surreale e violentemente affascinante. In fondo, si è nel solco della lezione di Magritte “Tutto nelle mie opere nasce dal sentimento e dalla consapevolezza che noi apparteniamo a un universo enigmatico».