Annata da dimenticare in Puglia per la vendemmia che paga il conto degli eventi estremi e degli attacchi di peronospora che hanno caratterizzato il 2023, per cui le quantità risultano crollate dal 30% fino al 90% in alcuni areali, mentre sono aumentati in misura esponenziale i costi di produzione. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in occasione del confronto sull’andamento del vino a Conversano, dove è stato stilato il bilancio ella vendemmia 2023., alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, Mirko Raguso, Presidente di Coldiretti Bari, Giuseppe Lovascio, Sindaco di Conversano, Domenico Bosco, Responsabile Ufficio Vitivinicolo di Coldiretti Nazionale, Gianni Cantele, Responsabile Vitivinicolo di Coldiretti Puglia, Carlotta Gori, Direttore del Consorzio Vini Chianti Classico, Denis Pantini, Responsabile Wine Monitor di Nomisma.
L’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie che hanno fatto segnare un aumento che ha raggiunto il 58% nell’arco di 18 mesi mette a rischio la competitività del vino italiano sul mercato nazionale ed estero dove per la prima volta dopo oltre un decennio sono calate le vendite del vino Made in Italy in valore (-1%), dopo che Coldiretti e Filiera Italia avevano evidenziato l’anomalia in riferimento all’avvio dell’istruttoria da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita delle bottiglie di vetro.
Secondo l’analisi del Centro Studi Divulga su un campione di 300 aziende nel periodo dicembre 2021 – maggio 2023 – riferisce Coldiretti – se nel 2022 il balzo dei costi è stato giustificato dai picchi di prezzo per l’elettricità (543 euro per megawattora) e per il gas (233 euro per megawattora), la successiva discesa delle quotazioni energetiche non ha avuto però effetti positive sui prezzi del vetro.
“Servono misure per il riequilibrio del mercato come l’attivazione dello schedario vitivinicolo, quale strumento fondamentale conoscitivo delle produzioni regionali”, afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare la necessità dell’applicazione “degli strumenti di gestione delle DO/IG quali la riduzione delle rese per ettaro delle produzioni a IGP della nostra Regione, l’eliminazione delle deroghe produttive per i vini comuni sopra le 30 Tn, la valutazione della fattibilità di ipotesi di sospensione della concessione delle autorizzazioni per nuovi impianti, ma anche la necessaria applicazione di una misura di distillazione, per alleggerire le attuali giacenze di magazzino e una possibile verifica di una misura per lo stoccaggio”, insiste il presidente Cavallo.
“La contrazione dei volumi di vendita – insiste Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – sia sul mercato interno che su quelli esteri, la permanenza di prezzi di commercializzazione dei vini sfusi piuttosto bassi, a fronte del considerevole incremento dei costi di produzione, sta riducendo considerevolmente i margini aziendali, con il serio rischio non solo di mettere in difficoltà le imprese ma di avere una negativa forte ripercussione sui produttori”.
A fronte dell’aumento dei costi quest’anno – sottolinea Coldiretti Puglia – frenano le vendite all’estero che si fermano ad un modesto +3%, rispetto alle performance stellari degli anni precedenti, una difficoltà per un settore che è la prima voce dell’export agroalimentare pugliese costretto ad affrontare quest’anno il pesante taglio dei raccolti provocato dai cambiamenti climatici.
A questo rischio, inoltre, la Puglia è ancora più esposta – aggiunge Coldiretti Puglia – per proprie motivazioni di natura endogena, nella considerazione che questo aumento non regolato della produzione non sia anche il risultato di erronee scelte fatte nel passato e della scarsa capacità di gestione delle dinamiche del sistema vitivinicolo regionale.
Coldiretti Puglia chiede il sostegno ad iniziative commerciali che vadano a stimolare i consumi oggi rallentati ed in estrema ratio l’attivazione della distillazione d’emergenza per soli vini DOP e IGP per liberare le cantine di vino dell’annata precedente, anche attraverso norme di flessibilità per l’OCM, come l’aumento percentuale di contribuzione sulle singole misure, o la possibilità di modifiche strategiche dei progetti anche con varianti al ribasso per la riduzione dei budget inizialmente previsti.
Ma lo scenario del settore vitivinicolo va analizzato anche alla luce delle preoccupazioni dei consumatori per il ‘carovita’ – conclude Coldiretti Puglia – a seconda dei canali di vendita su cui le diverse strutture di produzione e commercializzazione indirizzano le proprie produzioni.