Riscoprire, valorizzare e far conoscere il grande patrimonio materiale e immateriale costituito dai riti e dagli arredi funerari delle confraternite di Bitonto.
È questo l’obiettivo di “Vestigia Mortis. Monumenta Vitae – Baguglio in coltre”, mostra diffusa visitabile nelle chiese del centro storico fino al 12 novembre. Un’iniziativa patrocinata e sostenuta dal Comune di Bitonto nell’ambito della Rete “Bitonto Città dei Festival”.
Ieri, nella chiesa di San Domenico, l’inaugurazione, alla presenza del sindaco Francesco Paolo Ricci e dell’assessore Serena Schiraldi, per i saluti istituzionali, del parroco don Marino Cutrone, dei rappresentanti delle confraternite coinvolte nel progetto, del professor Giuseppe Lovascio (ITES “Vitale Giordano”) e di Chiara Cannito e Domenico Ferrovecchio, del progetto “Baguglio in Coltre”. Tra gli ospiti, anche il professor Ferdinando Mirizzi, docente di Demoantropologia all’Università degli Studi della Basilicata, che ha spiegato il profondo significato antropologico che si cela dietro i riti che accompagnano le celebrazioni funebri: «Sono riti che servono più a chi resta che al defunto, in quanto hanno il fine di evitare che alla morte fisica della persona cara si aggiunga la perdita di noi stessi, una morte psicologica, morale».
Ad essere in mostra sono arredi funebri utilizzati dal ‘600 fino agli anni ’60 del ‘900 e che facevano parte delle “macchine funerarie”, dette anche “macchine dell’effimero” allestite nelle chiese in occasione dei riti funebri. Tali macchine erano composte da una struttura contenente il feretro chiamata castellana, da una parte apicale a forma di bara e da un manto decorato. Manufatti realizzati da grandi maestri intagliatori come, ad esempio, Francesco Panebianco, vissuto a cavallo dei secoli XIX e XX, e da abili ma anonime ricamatrici che seppero unire arte e artigianato. Si tratta di manufatti che raccontano la morte sia attraverso il colore, solitamente il nero, sia attraverso la simbologia delle confraternite di appartenenza del defunto.
«L’obiettivo di questa iniziativa è raccontare la vita attraverso la non vita» spiega Carmela Minenna, direttrice artistica del progetto “Baguglio in Coltre” che ha sottolineato come i riti funerari siano uno strumento per conoscere la nostra società, la vita della nostra comunità, la nostra identità: «Le confraternite hanno superato le proprie barriere per offrire alla cittadinanza un evento corale che contribuisce a farci riscoprire aspetti importanti della nostra identità, quali sono appunto i riti funebri che non sono altro che fotografie di una comunità nel momento del saluto ultimo ad un suo membro. Un patrimonio che rappresenta una grandissima risorsa da riscoprire e far conoscere anche alle future generazioni».
L’iniziativa è organizzata dall’Arciconfraternita del SS. Rosario, in collaborazione con l’Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio e le Confraternite di Maria SS. Annunziata, del SS. Crocifisso, di San Giuseppe, di San Michele Arcangelo, dei Monte dei Morti della Misericordia e con il sostegno di Cooperativa Ulixes, Cooperativa Argo, Fondazione De Palo-Ungaro e ITES “Vitale Giordano”.
Fino a sabato 11 novembre, dalle 18 alle 20, le chiese di San Domenico, del Purgatorio, di Santa Teresa, di San Michele e della SS. Annunziata saranno aperte per consentire la visita, grazie alla collaborazione degli studenti di alcune classi dell’ITES “V. Giordano”.
La settimana di eventi si concluderà domenica 12 novembre alle 19 nella chiesa di San Gaetano, che ospiterà un gran concerto su “Temi funebri d’autore” con musiche di Beethoven, Ponchielli, Carelli, Abbate, La Rotella, Lamanna e Chopin eseguite dall’Orchestra sinfonica di fiati ‘Davide Delle Cese’ Città di Bitonto diretta da Vito Vittorio Desantis.