Questa sera, a Bari, alle 18.30, quinto evento di Bibart Biennale d’Arte Contemporanea, presso Santa Teresa dei Maschi, presentazione del libro ““Francesco Speranza. Pittore del Novecento” di Emanuele Cazzolla, Claudio Grenzi Editore, 2023.
Introduce l’autore Marino Pagano, presidente del Centro Ricerche Storia e Arte – Bitonto
La fama del pugliese Francesco Speranza è ben consolidata su scala nazionale nel campo della pittura figurativa del Novecento. In particolare lo è a Bitonto, dove nacque nel 1902; a Milano, dove visse dopo essersi diplomato col massimo dei voti a Brera; e a Santo Spirito, eletto a suo luogo dell’anima, prima ancora che residenza estiva con la moglie Marina, dal 1958 fino alla morte avvenuta nel 1984.
Abbracciata la lezione dei quattrocentisti toscani, Speranza dipinse per tutta la vita con la tecnica della tempera all’uovo che preparava da sé. Trasferì quindi la luce del sud nelle brume invernali lombarde, dove i bozzetti di marine e vicoli anonimi ripresi dal vivo trovavano la fiabesca trasposizione in pittura.
Nel clima di ‘ritorno all’ordine’ e muovendo dai silenti paesaggi dei Carrà e Rosai per avvicinarsi all’alveo del realismo magico, Speranza preferì una via autonoma e inedita di realismo mistico spirituale scevro da ogni legame con i movimenti organizzati del suo tempo.
Partecipò a tre Biennali veneziane e a tutte le Quadriennali romane oltre che a numerosi Premi, rassegne e mostre personali. Le sue opere, presenti in una molteplicità di collezioni private, sono state acquisite anche da molti musei, istituzioni pubbliche e religiose del territorio italiano.
Critica e pubblico gli hanno attribuito unanimemente un consenso rivelatosi ‘trasversale’: “Lui abbatte le barriere fra conservatori e progressisti dell’arte seducendo sia gli uni che gli altri. Prende per mano l’osservatore, quale che sia, e lo accompagna verso la dimensione del sogno. Uno dei segreti che determinano tale unanimità di consensi sta nel fatto che le sue opere trasmettono schiettezza e verità; per cui l’osservatore percepisce che, alla apparente semplicità di una facile fruizione consentita a tutti, è sotteso un raffinato magistero artistico e una profondità di pensiero”.
La citazione è tratta dall’Introduzione di Emanuele Cazzolla, giornalista pubblicista, narratore e saggista, autore della prima, corposa biografia di Speranza intrecciata all’analisi critica di circa quattrocento opere, pubblicata a fine maggio da Claudio Grenzi Editore.