Al via la raccolta 2023 delle olive in provincia di Bari per la produzione dell’olio extravergine che segna un +78% rispetto allo scorso anno e concorre a salvare l’Italia dalla caduta verticale del centro nord (-1/3). E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati ISTAT sulla raccolta delle olive in provincia di Bari che è partita da qualche giorno, mentre i frantoi entreranno tutti nel pieno dell’attività entro il 2 novembre.
Le previsioni di produzione della campagna olivicola di quest’anno risultano soddisfacenti in provincia di Bari, con una stima di oltre il 60-80% in più – aggiunge Coldiretti Puglia – rispetto alla media produttiva dell’areale. Infatti, in seguito ad una uniforme mignolatura e successiva allegagione, le piante ad oggi godono di buone condizioni vegeto-produttive dato che si sono registrate abbondanti piogge in prefioritura e nella fase di accrescimento della drupa. Il caldo continuo ed accentuato registrato dall’ultima decade di luglio ad oggi, invece, ha scongiurato ingenti infestazioni della mosca olearia, avendo così olive sane e nutrite.
“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva e supportare la crescita continua della filiera dell’olio è il nostro obiettivo, perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio. La sola provincia di Bari produce in media 2 milioni di quintali di olive su un superfice di quasi 100mila ettari di terreno, un patrimonio da promuovere e soprattutto da tutelare”, spiega Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che “da una analisi delle giacenze, le cisterne sono praticamente vuote e quindi l’olio serve e pure subito!”, conclude il presidente Cavallo.
Si stima una produzione ottima in termini di qualità e oltre che di quantità – aggiunge Coldiretti Puglia, sulla base delle verifiche tecniche di Puglia Olive – perché se da un lato l’afa estiva ha innalzato i costi produttivi per aver costantemente irrigato gli oliveti, dall’altra il caldo torrido non ha fatto sviluppare la proliferazione della mosca olearia, quindi in generale la drupa è sana e ben formata. Si stima una produzione che supera il 70% rispetto a quella registrata lo scorso anno.
Proprio a dimostrazione della necessità impellente di reperire olio evo italiano – insiste Coldiretti Puglia – da alcune settimane diverse aziende imbottigliatrici cercano, ed ottengono di contrattualizzare partite di olio a campagna non ancora iniziata. Diversi frantoiani hanno di fatto già impegnato le prime merci verso l’industria ed il commercio, creando quindi una base che al momento specialmente a nord della provincia di Bari dovrebbe attestarsi tra gli €. 8,50 ed €. 9.00. Prezzi record, mai raggiunti prima, per la prima volta remunerativi – dichiara Coldiretti Puglia . di un lavoro di qualità che storicamente viene condotto dall’infera filiera olivicola e olearia in provincia di Bari.
Ma servono controllo stringenti – insiste Coldiretti Puglia . contro la concorrenza degli oli di semi e digrassi animali, che creando l’opportunità di spesa maggiormente sostenibile per il cliente medio, ossia sotto i 4/5 euro litro. Potrebbe dunque verificarsi una speculazione a ribasso, come spesso succede, del mercato dell’olio all’ingrosso; i frantoiani quindi dovranno vendere subito per garantire il pagamento della materia prima, scongiurando così perdite finanziarie.
In questo scenario serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali, grazie alla Legge fortemente sollecitata da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi di produzione.
I frantoiani e le cooperative agricole sono pronte a partire, mettendo a disposizione impianti e stoccaggi – dice Coldiretti Puglia . ai produttori olivicoli che, con lungimiranza, vorranno integrarsi in filiera macinando le olive, seguendo ed esaudendo le loro giuste aspettative finanziarie.
Un successo minacciato – afferma la Coldiretti – dalle difficoltà determinate dalla guerra e dai rincari energetici con i costi crescenti di produzione che non vengono coperti dai prezzi di vendita ma anche dai bollini allarmistici a semaforo che alcuni Paesi, dalla Gran Bretagna al Cile alla Francia, stanno applicando su diversi alimenti della dieta mediterranea sulla base dei contenuti in grassi, zuccheri o sale.
I sistemi di etichettatura nutriscore e a semaforo sono fuorvianti, discriminatori ed incompleti e finiscono per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta, insiste Coldiretti nel sottolineare che si rischia di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea.
Per sostenere le produzioni olivicole e olearie della provincia di Bari, resistere ai cambiamenti climatici e difendere la sovranità alimentare nazionale – afferma Coldiretti Puglia – occorre realizzare nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e dei frantoi e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma – continua Coldiretti regionale – servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve. Non è più rinviabile un piano strategico nazionale dell’olivicoltura che metta al centro le aziende che sono sul mercato, producono reddito e occupazione, oltre al recupero dei tanti uliveti abbandonati – conclude Coldiretti – che devono essere rinnovati per ridare ossigeno e speranze ai territori.