«La storia non si racconta solamente attraverso le guerre e i conflitti».
Così, Stefano Milillo, direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Bitonto, intervenuto sabato scorso alla mostra delle antiche carte custodite nel luogo di storia e di arte di via Ferrante Aporti. Mostra nell’ambito della seconda edizione della manifestazione nazionale “Carte in dimora. Archivi e Biblioteche: storie tra passato e futuro”. Evento promosso da Associazione Dimore Storiche Italiane, in collaborazione con la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia e la Cooperativa Re Artù.
Un’iniziativa patrocinata dal Ministero della Cultura e ideata con l’obiettivo di far riscoprire archivi e biblioteche che, con i loro documenti, i loro libri e manoscritti sono la testimonianza tangibile dell’evoluzione storica di un territorio, del suo tessuto sociale ed economico e rappresentano un elemento fondamentale e imprescindibile del suo patrimonio culturale.
E, infatti, l’Archivio Diocesano conserva, infatti, all’interno del più esteso museo diocesano del meridione, la memoria storica della Chiesa bitontina, con documenti che vanno dal XIV al XX secolo.
«Per la prima volta l’Archivio Diocesano si apre al pubblico, anche se è da cinquanta anni che esiste ed è al servizio del nostro territorio – continua Milillo – Il nostro è uno degli archivi diocesani più importanti. Riscoperto negli ultimi decenni, conserva la memoria della città, la memoria del popolo, legata alla chiesa, che, in passato, la società religiosa era maggiormente legata alle istituzioni statali, alla società civile. Quindi se vogliamo comprendere la storia di una città, di un popolo, bisogna entrare negli archivi diocesani. Conserviamo documenti relativi agli archivi parrocchiali, che comprendono atti di battesimo, comunione, morte della popolazione dall’inizio del ‘500 ai secoli più recenti. Documenti consultabili liberamente. Si può trovare la memoria delle confraternite, dei monasteri e dei conventi. In poche parole, la vita della città e di un popolo».
La mostra, secondo don Michele Bellino, direttore del Museo Diocesano, e Maria Pia Pontrelli, della Soprintendenza archivistica e bibliografica della Puglia, dà la possibilità di osservare uno spaccato ampio della Chiesa, ma ancor di più della società di Bitonto.
«Il patrimonio archivistico è parte integrante del patrimonio culturale nazionale e, se integriamo gli archivi pubblici con quelli privati, possiamo avere una visione vera della storia» ribadisce il presidente dell’Adsi Puglia Pietro Consiglio, ricordando che è successo spesso che la scoperta di un archivio modificasse le conoscenze storiche del momento: «Gli archivi, poi, come tutti i monumenti e le dimore storiche non vanno considerati solo sotto l’aspetto culturale. Non basta, perché hanno un potenziale anche economico, perché possono essere fonte di lavoro, per storici, guide e tante altre figure. È un patrimonio che abbiamo a portata di mano, che non si consuma».
Dello stesso parere, Antonio Marchio De Marinis, consigliere della zezione pugliese dell’Associazione Dimore SToriche Italiane, tra gli organizzatori dell’iniziativa.
Concetto su cui torna anche il sindaco Francesco Paolo Ricci, sottolineando la necessità di valorizzare anche il patrimonio archivistico cittadino per riscoprire la memoria storica della nostra comunità: «Ma per valorizzare al meglio tutto ciò è necessario fare rete tra pubblico e privato».