“Mi sarebbe piaciuto continuare ad aspettare l’arrivo degli attestati per fare una foto e pubblicarla con i DOVUTI, DOVEROSI e SENTITI ringraziamenti a chi ha reso possibile questi ultimi due risultati. E invece no”.
Il recordman Leonardo Saponaro risponde così alla lettera del nostro lettore, che chiedeva all’amministrazione di scusarsi con il ciclista per la poca considerazione ricevuta.
“Essendo l’artefice e l’ideatore delle varie iniziative non do per scontato il tempo e l’attenzione che ricevo da parte di chi collabora e lo stress che tutto “l’ingranaggio” porta (a causa mia) inevitabilmente anche in ogni famiglia e già solo per questo vivo delle responsabilità che condizionano fortemente la volontà di portare il risultato a casa perchè “nessuno sforzo di nessuno” deve essere vanificato. È la mia forma mentis, non credo di dover dare spiegazioni a riguardo” continua Saponaro.
“Per essere coinciso vorrei esprimere il dispiacere riguardo:
– l’ennesima occasione in cui indico la Luna e buona parte delle attenzioni vengono rivolte al dito
– il fatto di dire GRAZIE al Sindaco Francesco Paolo Ricci e all’Amministrazione in mezzo a queste chiacchiere (confido nella speranza che sia una circostanza momentanea)
– al Presidente della Polisportiva Amici di Marco che a distanza di 3 settimane deve ancora fronteggiare degli atteggiamenti che alla fine confermano una mia teoria in base alla quale sono due i tipi di persone con cui si avrà sempre a che fare: chi parla e chi fa parlare”.
“Si poteva fare di più? – la domanda dell’atleta di Ceglie Messapica -. Probabilmente! Ma chi non si è concentrato “sul dito” sa che quello che era possibile fare È STATO FATTO e i meriti che mi sono stati riconosciuti riguardano la professionalità, non c’è alcun tipo di “denuncia” perchè le scelte tecniche sono spettate solo a me…e le ho pure esposte!”.
Sulla questione ha voluto esprimersi anche Gaetano Giampalmo, presidente della polisportiva Amici di Marco che ha organizzato l’evento.
“L’obiettivo dichiarato della manifestazione del 20/8 era quello di far vivere alla cittadinanza una manifestazione sportiva che non fosse solo di forza agonistica, ma anche spettacolare per le caratteristiche prescelte dall’atleta Leonardo Saponaro – ha spiegato Giampalmo -. Con il convergere di una serie di componenti (patrocinio del Comune, impegno economico dell’Ente, intervento di contributi privati, impegno diligente delle forze dell’Ordine, presenza di volontari e di 50 atleti della polisportiva a presidiare le strade, pazienza dei cittadini divenuta ad un certo punto curiosità per quel che si andava svolgendo) la festa è perfettamente riuscita”.
“Bitonto ha un record mondiale grazie alla forza di Leonardo e per volere di chi a vario titolo si è prodigato, anche solo osservando ed applaudendo – continua il presidente della polisportiva -. È lo spirito della polis. Le strade erano al 95 percento perfette per le condizioni dell’asfalto, tranne che per un tratto di qualche centinaia di metri che tale è rimasto”.
“L’atleta – ricorda Giampalmo -.(al pari di tutti) sapeva, ha accettato, ha prestato attenzione, ha superato il record incolume. Non ci sono state false promesse o aspettative deluse. Avrebbe potuto non scegliere Bitonto o propendere per il manto levigato di un velodromo, ma la prova l’ha concepita su asfalto, con l’insidia tipica dell’outdoor, qui ridotta al minimo anche per l’accuratissima pulizia (sostenere il contrario è singolare errore, involontaria sciocchezza di qualcuno che prova quel naturale e maggiore gusto a parlare del brutto che non del bello)”.
“Da bitontino mi sento di dire che Leonardo (viene da fuori) ha preferito Bitonto avendo trovato qui meriti ed opportunità, risorse e persone disponibili piuttosto e meglio che altrove. E’ stato ripagato e la verità è questa per averla lui apertamente dichiarata. Il ciclismo su strada ai nostri livelli è fatto così. Di buche sono piene le strade di ogni dove, specie laddove la mobilità in bici è ancora ridotta o ha bisogno di progredire.
Le occasioni di sport unito a spettacolo servono principalmente a questo: non ad interventi assistenziali sull’asfalto delle strade (che ben vengano, ma Leonardo ci insegna che un asfalto ammalorato non impedisce uno spettacolo di emozioni e di sport), ma ad avvicinare la cittadinanza ad una maggiore coscienza sportiva, al rispetto di chi fa sport all’aperto, a suscitare curiosità verso il movimento dinamico (che sia bicicletta, passeggiata, corsa podistica, nuoto non conta), a creare empatia tra autista e ciclista che deve rispettare il codice della strada. E’ il vero progresso che vediamo all’orizzonte”.
“Le strade belle ed asfaltate con auto lanciate a velocità o ciclisti non disciplinati sono pericolosissima sconfitta per qualunque civiltà se non progredisce prima oppure insieme la coscienza di polis – conclude -. Viviamo in maniera molto positiva il bello che abbiamo nel presente ed approcciamoci ad esso disponibili ad accoglierlo (non ad avversarlo). Solo così saremo in grado di creare altra e migliore bellezza futura”.