Di Nicola Illuzzi, artista del cucito e icona indiscussa del commercio cittadino, ti “investiva” prima di tutto il sorriso. Ti giungeva allegro, squillante e solare come il balzo di un ruscello di montagna. Poi, seguiva un motto arguto che ti faceva riflettere un bel po’.
Ricordo un dialogo fulminante e ironico tra lui e il prof. Antonio Moschetta, col quale stavo attraversando il centro della città sul far della sera, qualche anno fa. Fu uno scambio di battute fulminanti e simpatiche fra due giganti.
Eggià, perché se della grandezza del luminare della scienza tutto sappiamo, del suo interlocutore è bene scontornarne l’elevata statura, umana e professionale, soprattutto oggi che un brutto male l’ha rapito ai suoi cari, non prima d’aver lottato come un leone. Nicola impara l’arte sublime del taglio e del cucito – di cui Bitonto era capitale nel secolo scorso, ricordiamo le botteghe di Ricci, Pinto, Gentile… – presso la celeberrima Sartoria Caraceni di Milano. Presso l’atelier del maestro Augusto, uno che vestì miti come l’avvocato bianconero Gianni Agnelli e il poeta “non laureato” Eugenio Montale, per intenderci, viveva lavorando e lavorava vivendo nella non sempre generosa per gli emigranti terra meneghina, come usava un tempo per i ragazzi meridionali.
Poi, una volta fatto ritorno nel suo borgo natio, diede vita con l’adorata consorte Rosy ad una delle boutique da donna più accorsate di tutte: tante signore che da lui si son servite serbano un dolce e grato ricordo. Era profondamente appassionato delle vicende calcistiche neroverdi al punto da divenire persino presidente del Bitonto, squadra che ancora lo accorava. Ha amato il mestiere (fattosi professione per diuturna frequentazione ed esatta specializzazione) e la famiglia con pari trasporto e immenso affetto. È stato un galantuomo d’altri tempi, ma non nel senso di anacronistico, bensì perfettamente calato nei suoi giorni, epperò con una gerla colma di valori antichi nel cuore.
Piccola parentesi.
Per solito, a pezzi siffatti, mettiamo a mo’ di corredo foto tratte dai tristi manifesti funebri. Stavolta, abbiamo la seconda ventura di pubblicare il ritratto stupendo che di Illuzzi ha firmato Antonella Aresta, una fotografa sublime che coglie alla perfezione l’anima di chi immortala. Ed ecco Nicola nella sua essenza: elegante, felice, al lavoro e in dialogo col mondo.
Da oggi, l’ultimo tratto di Corso Vittorio Emanuele per molti bitontini non sarà più lo stesso, perché ci sarà per sempre l’eco di luce del sorriso di Nicola Illuzzi, storico sarto e icona indiscussa del commercio cittadino…