L’occasione propizia è stato l’ultimo Consiglio comunale, allorchè l’aula ha approvato il debito fuori bilancio di novemila euro a seguito del crollo del cornicione da Palazzo Rogadeo, nel cuore del centro storico bitontino e sede della Biblioteca cittadina, avvenuto il 20 luglio scorso. Poche parole semplici ma significative rivolte ai proprietari: «verificate lo stato di manutenzione degli immobili del centro storico per evitare messa in sicurezza urgenza o espropri».
Il monito arriva dal sindaco Francesco Paolo Ricci, il cui discorso è molto più ampio. Già, perché “Bitonto vecchia”, proprio a causa della presenza di un numero impressionante di locali vuoti e abbandonati tra pubblici e privati, necessiterebbe – da decenni – di un’ampia opera di manutenzione ordinaria e straordinaria per mettere a posto un po’ di cose, ma si dovrebbe far fronte a una spesa davvero ingente ed esosa. Ma che la situazione di sicurezza sia grave lo dimostrano, oltre a quanto accaduto a Palazzo Rogadeo, ancora prima i cedimenti di un arco in un tratto di via Maggiore – che da piazza Margherita da Durazzo porta a via Ambrosi – e in un edificio di vico Muro Porta Robustina. Dal 2021, Palazzo Gentile ha (finalmente) intrapreso un certo tipo di discorso in quanto l’allora amministrazione comunale aveva affidato all’ingegnere Domenico Avena il censimento e monitoraggio di tutti gli stabili comunali presenti nella zona antica della città, per verificare quelli in stato di degrado o di abbandono. A corredo, poi, sono stati presentati una serie di elaborati scritto-grafici muniti di schede di rilevazione dei fabbricati e indicatori per giungere a una classificazione per differenti livelli di degrado. Per dare continuità a quanto iniziato, tre mesi fa, il Consiglio comunale ha affidato (non senza polemiche da parte dell’opposizione) al consigliere di maggioranza Nicola Acquafredda, ingegnere, una delega di indirizzo politico-amministrativo per dare un prosieguo più esaustivo al censimento cominciato da Avena e rilanciare così il borgo antico, ma allo stesso ampliando l’incarico anche agli immobili privati e del centro urbano. Il primo cittadino ha ribadito la bontà dell’incarico, anche perché anticiperebbe una nota che verrà emessa dalla Prefettura di Bari, atta proprio a salvaguardare gli immobili cittadini in stato di degrado.