Continuiamo il nostro viaggio nel complottismo concentrandoci, oggi su un altro fenomeno recentissimo che ha visto l’insorgere e la diffusione di numerose teorie cospirazioniste in tutto il mondo: la pandemia da covid 19.
Scoperta all’inizio del 2020, la malattia si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, venendo dichiarata pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel marzo 2020. Le autorità sanitarie hanno raccomandato misure preventive come il distanziamento sociale, il lavaggio frequente delle mani e l’uso delle mascherine per ridurre la diffusione del virus.
Il primo caso confermato di Covid 19 in Italia è stato segnalato il 31 gennaio 2020. Si trattava di due turisti cinesi nella regione della Lombardia. Da quel momento in poi, il numero di casi è aumentato rapidamente e l’Italia è diventata uno dei paesi europei più colpiti dalla pandemia, anche a causa dell’alta percentuale di popolazione anziana, più fragile e più a rischio. Le autorità italiane hanno preso diverse misure per cercare di contenere la diffusione del virus e ridurre il carico sui sistemi sanitari, inclusi lockdown nazionali, restrizioni agli spostamenti e altre misure di distanziamento sociale, successivamente allentate in base all’evolversi della situazione pandemica. Il primo lockdown nazionale fu imposto dal governo Conte, il 9 marzo 2020, in risposta alla rapida diffusione del virus. Significative furono le restrizioni alla mobilità delle persone, che comportarono anche la chiusura di molte attività commerciali e la sospensione delle scuole.
Intenso fu lo sforzo della comunità scientifica internazionale per trovare, in breve tempo, un vaccino in grado di rafforzare la risposta immunitaria al virus e per ridurne la pericolosità e l’incidenza. Il resto è storia recente, di cui tutti abbiamo memoria. Ricordiamo tutti i carri militari pieni di bare, i morti, le stragi nelle Rsa, le giornate passate in casa, la solitudine di tanti, i video giornalieri di sindaci e governatori che aggiornavano quotidianamente sui dati covid, talvolta esagerando con i toni sulle proprie pagine social, i telegiornali che riportavano ossessivamente tutto ciò che riguardasse la pandemia. E ricordiamo anche le numerose teorie cospirazioniste, su cui oggi vogliamo concentrarci. Teorie talvolta classiche, simili a quelle che, più volte nella storia, si sono succedute in seguito alla diffusione di virus. Altre volte piuttosto fantasiose e inverosimili. Tutte tendevano a mettere in discussione quanto detto da istituzioni scientifiche, sanitarie e governative, accusandole di nascondere la verità o di mistificarla.
La prima a diffondersi nell’opinione pubblica fu la più classica, relativa all’origine artificiale del virus. Alcune teorie suggerivano, infatti, che il virus Sars-CoV-2 fosse stato creato in laboratorio e rilasciato deliberatamente. Nonostante, la maggior parte degli esperti concordasse sull’origine naturale di un virus saltato dagli animali agli esseri umani.
Un’altra teoria incolpava la tecnologia del 5G per la diffusione dell’epidemia. Anche qui, inesistenti erano le evidenze scientifiche che supportassero questa connessione, frutto della classica paura umana per le nuove tecnologie e, più in generale, dell’ignoto.
C’era chi, inoltre, additava i vaccini come uno strumento di controllo utile al controllo della popolazione, attraverso l’inserimento di microchip. Tesi davvero improbabile che, talvolta, accusava la Big Pharma e il magnate dell’informatica Bill Gates di essere tra le menti dietro tutto.
A queste teorie cospirazioniste, si affiancarono quelle negazioniste, volte, appunto, a negare la pericolosità o a minimizzarne la gravità del virus, affermando che fosse una semplice influenza e che i dati diffusi fossero manipolati. Premesse, queste, per lamentare una limitazione delle libertà individuali attraverso il lockdown. Il tutto, nonostante il notevole impatto del covid sulla salute pubblica fosse ampiamente documentato e del tutto evidente. Nonostante gli effetti fossero sotto gli occhi di tutti. E nonostante le testimonianze di chi non facesse parte della comunità medica e scientifica. A chi scrive, ferme nella memoria restano le parole di lavoratori nel settore delle onoranze funebri che raccontavano il maggior carico di lavoro (si perdoni l’uso di questa espressione carica di cinismo) a cui erano sottoposti in quel periodo.
Ma il complottismo non si cura delle evidenze cge lo smentiscono essendo un giudizio dato a oriori, un dogma che sancisce l’automatica di quanto riportato dalle fonti ufficiali. Da questo dogma dato per certo come una verità di fede, si parte con la spegazione teamite le teorfie più svariati, anche se spesso fantasiose e improbabili.
C’era poi chi sosteneva trattamenti alternativi o rimedi mai comprovati accusando il mondo sanitario di nasconderne l’efficacia per favorire le lobby farmaceutiche.
Anche Bitonto ha avuto i suoi illustri esponenti del cospirazionismo pandemico. Ci fu Gino Ancona, che abbiamo già citato a proposito delle teorie del complotto sulla xylella. Ma più significativo fu il ruolo di Pasquale Bacco, studioso, ricercatore e consulente, con un passato politico nell’estrema destra. Fu candidato sindaco alle amministrative del 2008, tra le fila di Fiamma Tricolore e alle politiche del 2013 con Casapound. Sul tema Bacco scrisse anche un libro dal titolo “Strage di Stato. Le verità nascoste della covid 19”, in collaborazione con il magistrato Angelo Giorgianni, con prefazione del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri che, per il contributo apportato, fu oggetto di diverse critiche da cui si difese sostenendo di essersi soffermato sull’“ombra delle mafie” dietro la pandemia e negando di aver appoggiato totalmente e acriticamente le tesi complottiste contenute nel volume.
Tra le pagine del libro e nei diversi incontri a cui Bacco ha partecipato in giro per l’Italia, il bitontino ha sostenuto che «il Covid non ha ucciso nessuno». Lo disse anche il 28 luglio 2020, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati organizzata insieme alla parlamentare ex pentastellata Sara Cunial. Il 19 febbraio 2021, al programma “La zanzara” su Radio 24, parlò di «pandemia inventata di sana pianta», di virus del tutto pari ad una banale influenza e, sulla carovana di camion militari di Bergamo, di sceneggiata con bare vuote, atta ad incutere timore nella popolazione.
«Nel vaccino c’è acqua di fogna. Il vaccino avvelena la gente. Nei vaccini c’è tutto lo schifo possibile e immaginabile» disse ancora in una manifestazione No Mask a Roma, il 5 settembre 2020.
A dare sostegno alle sue tesi, le parole del coautore dedl volume Giorgianni, pronunciate sempre nella conferenza di luglio 2020: «Le case farmaceutiche oggi vogliono trasformare l’uomo in un Ogm […]. Questa pandemia è uno strumento di ingegneria sociale che serve per realizzare un colpo di stato globale. Quello che vediamo è solo la punta dell’iceberg di un progetto di governo mondiale». E, ancora: «Credo che ci voglia una nuova Norimberga, in cui il mandante di questa operazione o i mandanti avallata dall’Oms insieme ai killer nei vari paesi siano chiamati a rispondere dei grandi crimini contro l’umanità». Concetto, quello della nuova Norimberga, su cui tornò lo stesso Bacco, dopo aver denunciato presunte sperimentazioni condotte dai medici dietro la scusa di curare il covid.
Il progetto di governo mondiale, come nella più classica retorica fascista (sin dai tempi dei Protocolli dei Savi di Sion a cui abbiamo fatto cenno nel precedente episodio di questa rubrica), individuerebbe le responsabilità negli ebrei, come sostenne sempre Bacco alla Zanzara il 19 febbraio 2021: «Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto in mano a loro! Tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche, hanno tutto in mano loro. La grande finanza è in mano a loro».
Non é un caso che alla galassia cospirazionista, si unirono frange dell’estrema destra, oltre ovviamente a movimenti e realtà di varia provenienza politica. Anche all’estrema sinistra sorsero alcuni gruppi.
C’è da dire che, nel tempo, lo stesso Bacco ha ripudiato le tesi sin qui elencate, dopo aver «visto morire un ragazzo di 29 anni di covid – come raccontò al Corriere del Mezzogiorno in un’intervista – Aveva nel telefonino i video dei miei comizi sui palchi no vax. La famiglia mi disse che era un mio fan. Non me lo dicevano con rabbia anzi, e questo mi ha fatto ancora più male. Quella morte me la sento come una mia colpa. Credo che noi che siamo saliti su quei palchi qualche morto sulla coscienza ce l’abbiamo. […] Quando ho visto con i miei occhi la realtà ho capito che mi ero sbagliato».
Le sue ragioni le ha esposte in un libro successivo “Maledetto vaccino”, in cui, confrontandosi con l’avvocato novax Edoardo Polacco, enunciò le tesi vacciniste.
«Quello che dicevo era oro colato per persone impaurite e in cerca di certezza» disse Bacco, sottolineando, inconsapevolmente, uno dei fattori che favoriscono la diffusione di tesi del complotto: la paura della complessità del reale e la ricerca di soluzioni più semplici e più tranquillizzanti che permettono di indicare facilmente un responsabile da additare. Una soluzione molto più tranquillizzante perché consente di escludere la fatalità a cui, per natura, l’uomo è sottoposto costantemente. È molto più facile pensare che dietro qualcosa di così sconvolgente ci sia un grande cattivo, senza il quale si vivrebbe tranquilli, che accettare di essere sottoposti all’imprevedibile fatalità di un virus. O al pensare alla naturale incertezza della scienza e delle sue soluzioni che con il tempo sono spesso riviste in quanto potrebbero manifestare effetti collaterali inizialmente non previsti.
L’ossessione per il nemico è un elemento che accomuna teorie della cospirazione e populismo. Ed è qualcosa che abbiamo visto più volte anche in passato. Pensiamo, ad esempio ad Alessandro Manzoni, che, nella sua “Storia della colonna infame”, descrisse il processo a due innocenti accusati di essere gli untori dell’epidemia di peste nella Milano del 1630, diffondendo il virus attraverso l’uso di sostanze varie. Processo che si concluse con la condanna a morte dei due tramite la tortura.
Pensare al grande cattivo dietro un piano diabolico consente di sentirsi parte di un “popolo” contrapposto alle èlite, ingrediente fondamentale del populismo.
Concludiamo la nostra analisi con brevi considerazioni sulle responsabilità che ha avuto a continua ad avere la stampa, specialmente quella telematica, colpevole spesso di alimentare timori e dietrologie per inseguire facili visualizzazioni e condivisioni sui social network, pubblicando notizie che, prima del covid, non sarebbero state tali, come ad esempio quelle riguardanti morti naturali improvvise. Morti che se da un lato ci sono sempre state, senza essere però oggetto di cronaca, dall’altro potrebbero essere state anche causate da una carenza di prevenzione durante i drammatici anni di pandemia. Un comportamento sulla cui deontologia ci sarebbe seriamente da riflettere.
Poi, per carità, sono storicamente esistiti farmaci che sono serviti a curare delle malattie ma che poi hanno mostrato effetti collaterali. Ma questo rientra nella naturale incertezza della scienza e di ogni fenomeno umano. Incertezza che il complottismo e, più in generale, il populismo, vogliono eliminare per offrire soluzioni più semplici.
Concludiamo l’analisi elencando le responsabilità di un mondo scientifico che è stato spesso incapace di comunicare adeguatamente, dando spazio alla sovraesposizione mediatica di coloro che furono definiti “virostar”, virologi che furono spesso ospiti dei salotti televisivi e che, con atteggiamenti spesso ostili, non fecero altro che contribuire a polarizzare l’opinione pubblica tra “novax” e “provax”. Esattamente come era accaduto per la xylella e come ha sottolineato il giornalista Stefano Martella, che individua responsabilità anche nel mondo della scienza: «C’è necessità di un’autoanalisi del mondo della scienza, che fa grandi scoperte che spesso non è in grado di comunicare. Lo si è visto con xylella e pandemia».