La più famosa e misteriosa celebrazione folkloristica abruzzese rivive a Bitonto, grazie agli scatti del fotografo Joseph Di Lello.
Il chiostro del Museo Diocesano ospiterà infatti oggi dalle 18 alle 22 la personale dell’artista, che impreziosirà la manifestazione “Chiese Aperte”.
In mostra, le foto dell’evento di Cocullo con cui si celebra San Domenico, protettore dal morso dei rettili e che intreccia il rito arcaico dei “serpari”.
Si narra che San Domenico, minacciato di morte, fuggì da Villalago per raggiungere Cocullo. Lasciando il paese frappose tra sé e i suoi aggressori un orso a guardia della strada. A Cocullo si fermò per sette anni, e vi lasciò un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula. Per questo la mattina della ricorrenza, i fedeli tirano con i denti una catenella per mantenere i denti in buona salute e poi si mettono in fila per raccogliete la terra benedetta.
La cerimonia, che si tiene a Cocullo il primo maggio, si ripete immutata da molti anni.
Durante la messa celebrata nella chiesa di Cocullo i fedeli fanno dei veri e propri rituali propiziatori dall’antico sapore pagano, ma convertiti e immersi nel sostrato religioso del culto di San Domenico.
Prima dell’inizio della processione i serpari mostrano ai pellegrini tutti i serpenti catturati durante il mese precedente (che liberano poi al termine della festa), facendoli toccare alla folla in modo da contrastare le paure per la natura e il soprannaturale.
Una volta incamminatasi sulle spalle di quattro portatori, la statua del santo viene cosparsa dai serpenti e toccata da tutti i fedeli.
I fedeli utilizzano i propri denti per tirare una corda attaccata a una campanella, propiziandosi contro il mal di denti. Allo stesso modo raccolgono la terra benedetta custodita dentro la chiesa per curarsi dai mali futuri, spargendola nei campi.